Regia di Gaspar Noé vedi scheda film
Accade che l'attrice Beatrice Dalle decida di esordire come regista dirigendo un film sulle streghe, che veda come protagonista la connazionale e famosa attrice Charlotte Gainsbourg.
Nel bel mezzo delle riprese, le due colleghe discutono delle circostanze che hanno permesso nei secoli di praticare tali mostruosità alle donne, suffragati da sole supposizioni ed elementi oggettivamente insignificanti. In tal modo l'attrice prescelta cerca di identificarsi meglio nella parte, e la neo regista di ottenere il meglio dalla sua interprete.
Ma il produttore ed il direttore della fotografia da tempo esprimono perplessità ed esigono cambiamenti di passo che indispettiscono assai la Dalle.
La Gainsbourg inoltre vien colta da una notizia allarmante circa un abuso di cui potrebbe esser stata vittima a scuola la figlia bambina.
Insomma la situazione precipita, lo stress ed il caos hanno la meglio e, in occasione delle riprese della scena clou del rogo delle tre streghe inquisite, qualcosa va storto e ciò che dovrebbe essere simulato, accade per davvero.
La rappresentazione cinematografica di Noè è di per se una eresia già a livello concettuale.
Il film, nato come un corto a servizio di una pubblicità per Yves Saint Laurent, poi abortito per motivazioni di cui possiamo immaginare i connotati almeno generici, si è trasformato in una sorta di mockumentary della durata di un mediometraggio, in cui, dopo citazioni illustri da Dostoevskij a Dreyer (con estratti da Dies Irae) rispettivamente sull'incanto estatico che precede una crisi epilettica, e l'eresia che il cinema spesso commette nel trasporre in immagini storie narrate in altre forme, la vicenda ci cattura lungo un vortice (vortix?) di delirio che anela davvero all'attacco epilettico, e di cui Noè rimane il più ideale e puro cineasta in grado di rappresentarne le dinamiche e gli effetti, quasi sempre spiazzanti, magnetici, disturbanti.
Noè resta un regista unico, in grado di disturbare e creare repulsione, ma quasi sempre anche di ammaliare con la frenesia del suo ritmo incessante, dei suoi colori ipnotici, della furia esplosiva che finisce per spiazzare e rendere l'essere umano un esecutore inconsapevole di incredibili atrocità o, come in questo caso, vittima designata di un sacrificio tutt'altro che teorico e men che meno di pura, seppur partecipata esibizione.
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