Regia di Karim Hussain vedi scheda film
Horror canadese, suddiviso in quattro capitoli, completato dopo una lunga gestazione e distribuito direttamente in home video. Innovativo nella tecnica, calato in un contesto onirico e visionario ma anche piuttosto contorto e di scarsa struttura narrativa.
"La realtà ci cattura in un monotono ciclo mortale. Innumerevoli ostacoli di crudele ironia avvolgono i nostri sogni e desideri. Cerchiamo di nascondere queste verità con i film, con le bugie. Ci proteggiamo da loro fuggendo dal diluvio di problemi che assale il nostro cammino. Alcuni film cercano di sottrarre le nostre energie negative allontanando le nostre peggiori emozioni. Purtroppo, è solo una luce tremolante che tranquillizza temporaneamente i nostri demoni. Il nostro vero, orribile volto apparirà prima o poi ed è più terrificante di quanto i film cerchino di rappresentarlo." (Voce femminile narrante prima dei titoli di testa)
Ovarian Eyeball (**)
Senza alcuna ragione, una ragazza subisce una straziante tortura.
Human Larvae (***)
Facendo ricorso alla sorella incinta, un uomo mette in atto comportamenti incentuosi, dissacranti e blasfemi sino a compiere l'impensabile durante il parto della sorella/amante.
Rebirth (*)
Una insolita orgia di depravati, che si accoppiano in mezzo alla natura.
Right Brain/Martyrdom (***)
Dopo essersi masturbato durante la visione di un film porno, un uomo vive in sogno una delirante esperienza, ritrovandosi nei panni di Gesù mentre viene sottoposto a tortura da parte di tre donne crudeli.
"Il cervello umano è suddiviso in due emisferi, il destro e il sinistro. La parte destra controlla tutti i pensieri intuitivi, passionali e creativi, mentre la sinistra domina la logica e la razionalità. La parte destra è la pura droga che nutre le sensazioni disinibite. Sogni, che possono essere visti. DISTRUGGETE LA PARTE SINISTRA" (Didascalie iniziali)
Karim Hussain, citando nel film un paio di volte la specializzazione emisferica del cervello -con il lato destro responsabile delle emozioni e il sinistro deputato all'aspetto razionale- mette insieme un complicato e allucinato esperimento cinematografico dove, ad un piano profondo della psicologia umana, emergono come in un lungo sogno (che certamente sarebbe piaciuto a Sigmund Freud) archetipi e immagini simboliche, pur se immerse nella depressione, nel delirio e nel sangue. Subconscious cruelty è un horror indipendente canadese, girato in 4:3, dalla lunga e travagliata gestazione, iniziata nel 1994 e finita solo cinque anni più tardi. Dopo la partecipazione a diversi festival di settore (Sitges e Stoccolma), nel 2005 è stato distribuito anche in home video.
Opera scomoda (anche per le implicazioni religiose dell'ultimo segmento), che rappresenta lo sfortunato esordio in regia dello stravagante Hussain, poi una seconda volta alle prese con l'horror (Ascension, 2002) nel tentativo di trattare in maniera certamente personale (e troppo criptica) il genere. Pur essendo piuttosto incomprensibile, Subconscious cruelty costituisce un originale tentativo di dire qualcosa di forte, in maniera forse critica ma certamente innovativa. La telecamera (mossa dallo stesse Hussain) pare essere più volte distratta, spesso arriva da altrove (ad esempio puntando un pilastro di un traliccio) per poi raggiungere i volti dei protagonisti e subito dopo andare da altre parti (in sopraelevazione o sfumando nelle tenebre). Non è un film a lieto fine, anzi. Gli effetti speciali sono molto disgustosi e, considerato il periodo di realizzazione, decisamente ben realizzati facendo uso della vecchia tecnica prostetica (lattice, protesi e fiumi di sangue finto).
Il fatto che gli episodi siano sviluppati in un contesto che, per quanto estremo, è calato in mondo surreale e onirico, fa di Subconscious cruelty un'opera d'esordio certamente interessante anche se troppo chiusa, incomprensibile, a causa di una confezione ermetica e una trama talvolta inesistente (il brutto terzo episodio, Rebirth). Dopo il già citato Ascension, Hussain realizza solo un ulteriore film di tutt'altro tipo (The beautiful best, 2006), mentre partecipa poi al collettivo The theatre bizzarre (2011) dirigendo il segmento Visions stains. Probabilmente il cinema è stato per lui un incidente di percorso o forse, con un esordio come Subconscious cruelty, si è (in)giustamente allontanato lui stesso i favori del pubblico e -soprattutto- dei produttori.
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