Regia di Giuseppe Taffarel vedi scheda film
Intervista ad alcuni pescatori che raccontano le loro tecniche. Fra queste c’è il surf-casting, che consiste nel lanciare da riva l’amo, con un cannolicchio fresco, fino a 70-80 metri di distanza quando c’è il mare mosso e i pesci sono naturalmente spinti ad andare in cerca di cibo.
Lievemente più scanzonato nei toni della narrazione (lo dimostrano anche le musiche allegrotte di Franco Potenza) e certo meno ‘impegnato’ di tanti altri suoi lavori coevi, Surf-casting è comunque per Giuseppe Taffarel l’ennesima conferma di un autore dallo stile ben preciso, rigoroso, capace di osservare l’umana realtà con taglio sociologico-antropologico nei suoi interessanti documentari. Diciassette minuti di durata, ovverosia un taglio più lungo della media, gli consentono di indagare sufficientemente a fondo fra le tecniche di pesca più sfruttate in quel momento; sono gli stessi pescatori a rivelarle e illustrarle al regista. Ultima in senso cronologico sia nel breve film che nella realtà – si tratta infatti di una tecnica arrivata dal nord Europa da poco tempo – è quella del surf-casting. Girato a colori con fotografia di Giancarlo Lari e assistente operatore Ettore Corso; produzione Corona Cinematografica. 6/10.
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