Regia di Dror Zahavi vedi scheda film
Una storia infinita, la guerra palestinoaraba/israeliana. Puoi nascere in un fazzoletto di terra e ti viene insegnato l'odio come a noi la geografia. Diventa normalità. Se ne narra da secoli, poi esce un film semplice, anche ingenuo a ben guardare, ma probabilmente in questo la sua forza. Un famoso direttore d'orchestra tedesco, viene incaricato di organizzare un concerto a scopo di pace formando elementi sia palestinesi che israeliani. Un'impresa al limite dell'improbo. Già l'audizione a Tel Aviv, per chi deve arrivare da terre arabo palestinesi, diventa complicatissimo, nonostante i permessi per i giovani musicisti, c'è da combattere anche l'ostracismo delle famiglie: splendida la risposta di una giovane violinista palestinese, che al padre che le consiglia di tenere il violino non nella custodia, perché potrebbe essere scambiato per un'arma ai check point, risponde con un sorriso: "Ma è un'arma!" esplicando con mirabile saggezza il sottotitolo del film #makemusicnotwar. Dovranno fare squadra questi elementi che si odiano a pelle, dovranno riuscire ad amarsi e rispettarsi, e la musica è un qualcosa che li unisce davvero sopra ogni cosa ma per impararlo ci sarà comunque da faticare, ingoiare rospi, rinnegare una storia cucita a pelle, e affidarsi a questo saggio direttore d'orchestra che nasconde tormenti terribili e che finirà per rivelare, proprio per far capire che l'odio è stolto e che siamo tutti esseri umani, alcuni con in più un dono magico: fare musica, splendida musica. Un piccolo film in fondo, dal significato immenso, che commuove e turba.
Spero lo distribuiscano nelle scuole israeliane ed in quelle arabopalestinesi. Sper in ogni piccolo tentativo, per riportare serenità
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