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No Time to Die

Regia di Cary Fukunaga vedi scheda film

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La recensione su No Time to Die

di simonebulleri
5 stelle
James Bond scopre, nonostante la pensione, che la vita ha ancora in serbo per lui delle inattese novità. E affronterà ogni offerta del destino da par suo, con vigore, eleganza e umorismo.
*
Venticinquesimo capitolo della saga prodotta dai Broccoli, e quinto per Daniel Craig, sesta e ultima incarnazione dell'agente 007 uscito dalla miracolosa penna di Ian Fleming.
Sembra ieri che Craig faceva ricredere tutti gli scettici, anche i fan più ortodossi, col suo efficace esordio nel reboot Casino Royale (2006), e invece son già passati ben tre lustri.
Certo il suo compito non fu facile, e molte erano le carte sfavorevoli: era semisconosciuto, aveva una faccia da antagonista della guerra fredda, doveva prendere il posto di un Bond non eccelso (Brosnan) ma vicino ai canoni fleminghiani e oramai accettato dal grande pubblico (da ricordare, per follia, la campagna diffamatoria sul sito danielcraigisnotbond.com).
Eppure l'allora 38enne attore di Chester vinse la sfida a man bassa, restituendo un Bond da manuale: ironico, brutale e freddo.
Il precedente Spectre ci aveva fatto infuriare, per bruttezza e sciatteria, quindi temevamo un epilogo non all'altezza.
Ma No time to die ha passato l'esame, per carità niente 'capolavoro' o a che fare con i superiori Casino Royale o Skyfall, a partire dai titoli di testa più deboli della serie e una canzone di Billie Eilish che, nonostante lo strombazzato Oscar 2022, non ti entra nella pelle (e nemmeno nella testa). Però, le scene di azione sono micidiali e ben orchestrate, il montaggio perfetto, ed è servito da un'ottima fotografia. E gli interpreti sono di serie A, a partire da una Léa Seydoux acqua e sapone che non fa rimpiangere la sulfurea Eva Green. Anche Rami Malek riesce a tratteggiare un villain credibile, nonostante qualche fissità di troppo, e senza raggiungere le vette di Javier Bardem.
Ma quanto è invecchiato Ralph Fiennes?
Insomma un ultimo dignitoso Martini per MR Bond che, anche se iniziava a cedere al buonismo contemporaneo, su quello non transige: deve essere agitato non mescolato.
Adieu James, grazie Daniel.
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