Regia di Ginevra Elkann vedi scheda film
TFF 37 - FESTA MOBILE
Figli cresciuti bilingue da genitori divorziati: madre parigina ricca e padre romano, regista spiantato. I ragazzi sono Sebastiano, Jean e la piccola Alma, che non ha mai potuto aver la gioia di vedere assieme i genitori, ma che non smette di sognare un ritorno di fiamma tra i due. I tre vengono a malincuore inviati dalla apprensiva madre in Italia per una vancanza natalizia sulla neve da trascorrere col padre, per rispettare gli accordi sull'affido dei tre.
Padre che poi, oberato di problemi con la pre-produzione del suo film e la incerta stesura della relativa sceneggiatura, li dirotta senza troppi oroblemi presso la casa sul lido laziale di uno scrittore straniero suo amico, trasformando l'imprevisto come una sorpresa di vacanza al mare fuori stagione.
In quella villetta sul mare l'uomo intende trascorrere qualche giorno di concentrazione con la sua collaboratrice ed amante/musa ispiratrice.
Un fallimento annunciato di vacanza, durante la quale tuttavia la famiglia, per varie motivazioni, avrà la privilegiata occasione di ritrovarsi unita, pur nella disarmonia che la contraddistingue e separa.
L'esordio in regia di Ginevra Elkann ha senz'altro basi autobiografiche, a partire alla peculiare fisionomia fisica che caratterizza e descrive i tre straordinari giovani protagonisti.
Che diventano il primo e più concreto punto forte di un film scritto bene e ancor più felicemente caratterizzato nella costruzione dei vari personaggi che animano questa esagitata cronaca familiare di ordinaria disarmonia.
Ottimi, straordinariamente espressivi i tre ragazzi protagonisti, dicevamo sopra, ma pure l'alchimia che essi stessi, forti della loro naturale espressività, riescono a creare nei confronti degli altri interpreti: Riccardo Scamarcio in testa, qui perfetto a rendere i tratti isterici del padre immaturo e disorganizzato, burbero e istintivo, ma anche capace di amare più di quanto non riesca a dimostrare; come pure Alba Rohrwacher, perfetta nel ruolo dell'amante/collega, e Celine Sallette in quello della madre ricca, irrisolta e votata al culto buddista. Il film racconta molto bene una storia non nuova, riuscendo a puntare sulla profondità dei singoli personaggi, ognuno a loro modo perfetta pedina di un puzzle che si rivela completo in ogni sfaccettatura più intima.
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