La recensione su Dogs Don't Wear Pants

di alan smithee

6 stelle

MUBI

Dalla grigia Finlandia, una storia di catene e forti tentazioni sadomaso che nascono a fronte di un preciso, accorato tentativo di ricongiungimento scoperto per un caso fortuito da parte di un giovane marito chirurgo per tentare di tornare in contatto con la moglie morta suicida per annegamento anni prima. Scopre di riuscirci, o così gli pare, con la tecnica dell'asfissia dopo aver incontrato una specialista in pratiche sessuali violente.

Ma più che la defunta moglie, egli scopre un nuovo mondo che lo attrae in modo sempre più incontenibile, attraverso le azioni subite per il tramite di quella esperta donna virago che dimostra di averlo in pugno, e destinata ad aprirgli un nuovo universo di sensazioni e piaceri mai provati prima.

Scene forti, qualche scaltro ammiccamento nello sviluppo della vicenda, bella musica tecno in stile anni'90, ed uno straordinario protagonista, lo spilungone dinoccolato Pekka Strang, già visto in pelle vestito ed apprezzato in Tom of Finland qualche anno fa.

Regia di polso che inizia a fare circolare il nome del suo interessante autore, il finlandese Jukka-Pekka Valkeapaa.

Il film apparve per la prima volta in occasione de Festival di Cannes 2019, alla Quinzaine des Réalisateurs.

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