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Land of Ashes

Regia di Sofía Quirós Ubeda vedi scheda film

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La recensione su Land of Ashes

di alan smithee
7 stelle

CINEMA OLTRECONFINE - CANNES 2019: SEMAINE DE LA CRITIQUE

In mezzo al paradisiaco e verdeggiante polmone verde caraibico della Costa Rica, la cocciuta e tenace tredicenne Selva trascorre quel periodo di vita a metà strada tra l'adolescenza e la maturità, con la malinconia di aver perso prematuramente i genitori, e di ritrovarsi a vivere con una affettuosa ma caratteriale zia, pure lei in condizioni di salute precarie, e con un nonno assai anziano ed acciaccato.

Osservando il corpo di un serpente morto trovato nel bel mezzo della foresta, la ragazza inizia a concepire un'idea della vita che legherebbe l'uomo al destino di quei rettili impressionanti, arrivando a maturare la convinzione che la morte non è altro che un cambiamento di pelle che consente al serpente di rinascere con un nuovo colore ed una nuova apparenza fisica ma anche caratteriale.

La regista Sofia Quiròs Ubeda trae questo suo esordio nel lungometraggio, espandendo un appiglio narrativo che le ispirò il corto intitolato Selva, piuttosto apprezzato alla Settimana della critica di Cannes 2017, che l'ha voluta nuovamente a sé nella medesima sezione dell'edizione 2019 e si rende artefice di un film piccolo ma vitale, frizzante come i caratteri che ne emergono, protesi a sfidare le ineluttabili leggi naturali con un atteggiamento ostinato e deciso, come quello che anima la nostra spigliata e tenace protagonista, la piccola ed ossuta, ma dinamica Selma.

Il resto del fascino deriva immediatamente dall'ambiente magico circostante, ove domina la carnalità di un verde avvolgente e materno di una foresta che è casa, vita, ma anche dimora eterna di un riposo che, seguendo i misteri magici della mitologia antica, finisce per offrire ulteriori opportunità di vita sotto forma di una sorta di reincarnazione.

Il film punta sulla vivacità di una protagonista tutta occhioni e spigliatezza, attorniata da due attori non professionisti che la accompagnano con la verve e la naturalezza proprie di una vivacità di carattere che sfugge da ogni capacità interpretativa e si aggrappa alla vita reale di un contesto per noi magico e quasi irreale.

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