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The Gangster, The Cop, The Devil

Regia di Lee Won-Tae vedi scheda film

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La recensione su The Gangster, The Cop, The Devil

di supadany
5 stelle

Quando sei abituato a standard elevati, è più facile rimanere a bocca asciutta. Ogni novità finisce per essere immediatamente paragonata a quanto assorbito con costanza nel tempo, cosicché anche il minimo difetto viene identificato ed eventuali punti di contatto con le precedenti esperienze assumono le sembianze di una minestra riscaldata.

Entrando a gamba tesa, The gangster, the cop, the devil rientra nel folto battaglione dei thriller coreani, un filone florido che, da oltre un decennio, ha conquistato i cinefili di tutto il mondo grazie, tra gli altri, ad autori del calibro di Bong Joon-ho (Memorie di un assassino), Kim Ji-woon (I saw the devil) e Na Hong-jin (The chaser), subendone il metro di paragone e, di conseguenza, finire relegato nel vasto gruppo degli epigoni. Una certificazione che non equivale a una bocciatura, bensì alla mancanza di luce propria.

Agosto 2005, Cheonan (Corea del Sud). Mentre le persone continuano a scomparire nel nulla, per poi essere ritrovate prive di vita, il detective Jung Tae-seok (Kim Mu-yeol) intuisce che i vari casi sono riconducibili a un serial killer (Kim Sung-kyu).

Quando il gangster Jang Dong-soo (Ma Dong-seok) si salva miracolosamente dall’aggressione del suddetto criminale, stipula un accordo di cooperazione con Jung, in modo tale da incastrare chi ha osato tentare di ucciderlo.

Tra i due c’è solo una piccola divergenza di vedute. Infatti, mentre il detective vuole consegnarlo alla giustizia, Jang ha intenzione di ucciderlo, possibilmente facendolo soffrire.

 

scena

The Gangster, The Cop, The Devil (2019): scena

 

Basandosi su una vicenda realmente accaduta, ovviamente romanzata, il regista e sceneggiatore Lee Won-Tae realizza un thriller altamente dinamico, dimenandosi su tre fronti - la malavita organizzata, la polizia e un cane sciolto -, con una suddivisione che rispecchia appieno il titolo internazionale.

Scatta con energia dai blocchi per poi mantenere una velocità di crociera che tende lentamente a decelerare per quanto, tra scazzottate e inseguimenti, un’aperta caccia all’uomo e strappi brutalmente violenti, non manchino gli stimoli, soprattutto rivolti all’ottenimento di un coinvolgimento permanente.

In tal senso, la pellicola funziona, innanzitutto nella raffigurazione del male, sgusciante e inafferrabile, freddo quando arriva il momento di colpire e fulmineo nel dileguarsi nel nulla, posto all’interno di una società in rapida trasformazione, moderna ma incapace di controllare il pericolo che serpeggia indisturbato per le strade.

Ciò detto, l’intreccio, disposto su tre vie, non sfodera alcun twist a effetto e possiede più imbottitura di facciata che un effettivo costrutto, più movimento che inquietudini tangibili, mentre Ma Dong-seok, che si presenta agli spettatori boxando contro un sacco contenente un uomo, non si fa certo pregare per fare andare le mani, ma non è sfruttato al massimo del suo potenziale (vedi Unstoppable).

 

scena

The Gangster, The Cop, The Devil (2019): scena

      

In sintesi, The gangster, the cop, the devil è un prodotto dalla lettura immediata, che (solamente) nel suo ultimo atto tenta di fare un passo in più attuando un’annacquata rimodulazione a posteriori. Un film rispettabile ma anche incapace di andare oltre l’aurea mediocritas, con un’estetica luccicante, frutto di una fotografia levigata, e codici privi di una saliente personalità, avvincente ma anche più canonico di quanto (forse) non voglia apparire.

Baldanzoso.

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