Regia di Liv Ulmann vedi scheda film
Un film interessante soprattutto per i temi affrontati, un film che riflette sul senso della vita, sulla religione, sulla spiritualità dell' uomo che necessita sempre della verità, sul senso di uno dei fondamenti della società, della civiltà : il matrimonio, sul fatto di dover spesso rivestire dei ruoli che non corrispondono al proprio essere, provocando o accentuando il desiderio di fuggire, di raggiungere quella libertà necessaria per sentirsi appagati, per riuscire a gioire del proprio presente, senza porsi programmi o obiettivi, senza ieri e senza domani. Un film dove si evidenzia la solitudine insita nella vita di ogni uomo perché si nasce da soli e si muore da soli, e ogni tanto qualcun altro si "inserisce" in questa solitudine così che le due solitudini possano determinare una compagnia che però è solo temporanea, con un certo termine, una certa scadenza, senza potersi illudere che possa durare per sempre. Un film da vedere ma soprattutto da ascoltare, per poi riflettere, un film girato molto sui primi piani, un continuo susseguirsi di espressioni, di sguardi, dove la bravura del regista e degli attori non può essere improvvisata. Consiglio inoltre un fermo immagine sull’ inquadratura del bambino seduto sul molo di legno che osserva il battello a vapore che si allontana in uno dei fiordi scandinavi, un immagine veramente notevole, una fotografia straordinaria, che ricorda alcuni dipinti della pittura fiamminga del '900 .
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