Nel 1925 Anna Bergman ha trentasei anni, tre figli e un amante. Questa situazione è oggetto di una lunga chiacchierata tra lei e Jacob, il prete che aveva conosciuto da bambina anche perché il marito di Anna è un pastore protestante. Jacob le consiglia di dire tutto al marito, ma Anna non lo farà e seguiranno altre conversazioni in altre epoche, attraverso le quali sapremo gli antefatti e lo svolgersi della situazione in cui Anna vive.
Note
Liv Ullmann, attrice bergmaniana per eccellenza, dimostra di volersi rifare all'opera del suo maestro che qui è anche sceneggiatore. Gli attori (tra i quali Von Sydow) sono quelli che in varie epoche hanno dato volto alle storie del regista svedese. Atmosfera di maniera, piuttosto prevedibile e priva della marcia in più che il vecchio maestro garantiva. Un film dignitoso, ma niente più.
Nel 1925 Anna, sposata e con tre figli, confessa allo zio sacerdote la relazione extraconiugale che da un anno porta avanti con un giovane studente. Lo zio le consiglia di rivelarla anche al marito, e così lei fa. La quiete in famiglia è finita e per di più Anna decide di continuare a vedere l’amante.
Sostanzialmente si potrebbe definire Conversazioni private una… leggi tutto
Questo film è più che una velleità registica della figlia artistica di Ingmar Bergman. Devo dire, infatti, che è ben diretto, ed è degno del suo sceneggiatore (appunto Bergman). Va seguito con attenzione e costa un po' di fatica, perché è basato sui dialoghi, i quali sono meticolose descrizioni di intricati problemi interiori e sentimentali. Tuttavia lo sforzo è appagante e non ci si… leggi tutto
Nel 1925 Anna, sposata e con tre figli, confessa allo zio sacerdote la relazione extraconiugale che da un anno porta avanti con un giovane studente. Lo zio le consiglia di rivelarla anche al marito, e così lei fa. La quiete in famiglia è finita e per di più Anna decide di continuare a vedere l’amante.
Sostanzialmente si potrebbe definire Conversazioni private una…
Vita,amore,morte e adulterio raccontati allo stile di Bergman e della brava Liv Ullman con una recitazione (teatrale)molto profonda e accentuata:Cinema di alto valore morale,certo non per tutti.....i ritmi sono lenti,gli oggetti e le cose ti entrano dentro come in un 3D....fatto soprattutto di parole....che pesano.Molto buono.
Questo film è più che una velleità registica della figlia artistica di Ingmar Bergman. Devo dire, infatti, che è ben diretto, ed è degno del suo sceneggiatore (appunto Bergman). Va seguito con attenzione e costa un po' di fatica, perché è basato sui dialoghi, i quali sono meticolose descrizioni di intricati problemi interiori e sentimentali. Tuttavia lo sforzo è appagante e non ci si…
Un film interessante soprattutto per i temi affrontati, un film che riflette sul senso della vita, sulla religione, sulla spiritualità dell' uomo che necessita sempre della verità, sul senso di uno dei fondamenti della società, della civiltà : il matrimonio, sul fatto di dover spesso rivestire dei ruoli che non corrispondono al proprio essere, provocando o accentuando il desiderio di…
Film di ispirazione religiosa, ma senza compiacimenti, agiografia. La religione per i grandi cineasti è sempre uno stimolo per rimettere tutti in discussione.
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