Regia di Iain Softley vedi scheda film
Non sarà sullo stesso livello dei migliori film letterari di James Ivory, anche lui molto affezionato ai romanzi del grande scrittore americano Henry James, ma questo "Le ali dell'amore" (in originale "Le ali della colomba") non merita certe stroncature frettolose riservategli da Mereghetti e da altri critici poco inclini al melodramma in costume di derivazione letteraria.
La trama si svolge intorno al 1910 e ruota attorno a Kate, una giovane di famiglia benestante caduta in disgrazia economica che ama Merton, un giornalista altrettanto spiantato. La zia di Kate si oppone a questa unione, spingendo la nipote a frequentare un nobile, che la ragazza non ama minimamente. In seguito, Kate diventa amica di Milly, una ricca Americana che trascorre un periodo a Londra, e viene a sapere dal nobile che Milly è gravemente malata. Durante un viaggio a Venezia, Kate spinge Merton a sedurre la bella Milly per sposarla e ottenere in seguito il suo patrimonio, ma non tutto andrà secondo il progetto di Kate...
Si tratta del secondo adattamento per il cinema del romanzo di James, dopo "Les ailes de la colombe" del 1980, diretto da Benoit Jacquot e interpretato da Isabelle Huppert, Dominique Sanda e Michele Placido. Il film di Ian Softley può contare su una fotografia di grande impatto visivo, pur con qualche concessione "turistica" di troppo nelle scene ambientate a Venezia, su raffinati costumi e funzionali scenografie, e nel cast, almeno su un'ottima performance di Helena Bonham Carter, molto brava nel ruolo della sua machiavellica "dark lady". La sceneggiatura di Hossein Amini, che già aveva curato l'adattamento di "Jude" per Michael Winterbottom, riesce a rendere abbastanza bene il senso di ambiguità morale e di corruzione che si trovava nelle pagine dello scrittore americano, ma non sempre rende appassionante la vicenda, che ha qualche momento di stanchezza nella seconda parte. Fra gli altri attori, Linus Roache è soprattutto decorativo e non sempre di grande espressività, Alison Elliott rende discretamente la grazia della povera ragazza malata terminale, Charlotte Rampling fa una zia cattiva un pò di maniera. La scena finale rimane, probabilmente, la più significativa dell'intero film nella sua crudezza, con una Bonham Carter coraggiosa, che non ha paura di mostrarsi in un nudo integrale.
voto 6/10
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