Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Metà Ottocento. Una banda di briganti imperversa nella Sila, compiendo indisturbata rapine e omicidi. All'uccisione di una ragazza, il fratello Antonio interviene per vendicare la vittima. Sarà chiaramente un'impresa ardua.
A vederla oggi, questa terza regia di Umberto Lenzi sembra un tardo spaghetti western, una variazione sui soliti temi ormai abusati che girano attorno a diligenze assaltate, vendette personali, scorribande e sparatorie alla luce del giorno. Una maniera per ravvivare il filone, ambientando il suo tipico canovaccio-base dalle nostre parti, per di più risalendo alla metà dell'Ottocento: eppure non può esserci nulla di tutto questo in Duello nella Sila, western all'italiana ante litteram, che approda sul grande schermo con almeno due anni di anticipo rispetto alla codificazione e diffusione del genere, avvenute grazie alla trilogia del dollaro di Sergio Leone. Detto questo, rimane pur sempre da considerare sia che il western in quanto tale (quello americano, insomma) già esisteva da parecchio tempo; sia che il brigantaggio non era qui trattato per la prima volta nel cinema nostrano; sia, infine, che basta dare un'occhiata rapida ai primi lavori di Pietro Germi, vecchi oramai di dieci-quindici anni, per rendersi conto di come simili tematiche e toni fossero già parte integrante della cinematografia del Belpaese. Duello nella Sila è pertanto solo un romanzetto d'altri tempi, imbastito alla meglio con budget piuttosto ridotto e girato da un giovane ancora non troppo esperto (e si vede, nonostante ciò che in futuro Lenzi dimostrerà di saper fare); la sceneggiatura è firmata da Ugo Guerra e Luciano Martino, mentre fra gli interpreti si segnalano Lisa Gastoni, l'argentino Fernando Lamas, Vincenzo Musolino, Liana Orfei e il giovane Enzo Cerusico. Lenzi in questo periodo si specializzerà in cappa & spada o prodottini affini di avventura & azione; entro la fine del decennio avrà licenziato più di un'altra ventina di pellicole. 2,5/10.
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