Regia di Mario Martone vedi scheda film
VENEZIA 76 - CONCORSO Don Antonio vede e provvede. E gli abitanti del rione sanità ricorrono a lui ogni volta che un problema li affligge. Nel giorno preceduto dall'aggressione della bella moglie del boss dal loro stesso feroce cane da guardia chiamato con pertinenza Malavita, la casa vesuviana con piscina ed abusiva di Antonio Barracano diventerà l'epicentro di tutta una serie di sgarri e discordie a cui porre rimedio.
Senza rinnegare i suoi insani principi votati alla prepotenza e alla supremazia propri di una legge di cosca che scorre nel sangue della sua generazione da epoche lontane, Don Antonio saprà sbrogliare in modo a suo modo logico ed efficace, ma pure nobile e sacrificale, ogni matassa, assurgendo ad un apparentemente impossibile ed inverosimile ruolo messianico, e dimostrando che in fondo, c'è cattiveria e cattiveria. Dalla omonima commedia magistrale di Eduardo De Filippo, Mario Martone ci dimostra come il cinema possa prendersi cura di sceneggiature perfette nate e concepite per ambiti e territori distnti da quelli cinematografici, riuscendo a rielaborarle e a trovare differenti, ma ugualmente compatibili angolazioni di visuale.
Martone lo fa con abilità ed astuzia, puntando sulla rottura rispetto alle distanze ravvicinate del palco, e per questo punta alle panoramiche più audaci, alle vedute orizzontali su un golfo mozzafiato come quello napoletano, visto dalle pendici vesuviane, sorvolando i cieli di una città chiusa nella sua bellezza un po' ostica, un po' contaminata dal suo malcostume latente.
Alla riuscita di una operazione coraggiosa ed audace, contribuiscono non poco un manipolo di interpreti straordinari, tra i quali risulta impossibile non citare la triade di superbi attori rappresentata da Francesco Di Leva nei panni di Don Antonio, Massimiliano Gallo nel ruolo del ricco ed integerrimo panettiere, e Roberto De Francesco in quelli del devoto medico aggiusta guai.
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