Regia di J.J. Abrams vedi scheda film
I congiunti della Forza
La 3^ estenuante trilogia è giunta anch’essa al termine (per fortuna o purtroppo, decidete voi); ed ha rivelato per intero la sua natura di aggiornamento moderno di una mitologia cinematografica che ha segnato più di una generazione di spettatori.
La declinazione “commerciale” imposta dalla Disney si è estrinsecata principalmente in un riadattamento quasi pedissequo della trama della prima trilogia – con “costi” sceneggiativi (si immagina) al minimo sindacale – con il chiaro intento (lucrativo quindi vincente) di intrigare – se non altro per curiosità – sia gli spettatori millennial che l’onda lunga dei “baby boomer”, passando per i residuati “vintage” anni 70’. Con un surplus di iperboli sempre più imbarazzante – pur considerando che comunque si parla di cinema di fantascienza/fantasy – spesso oltre il limite del ridicolo.
I suddetti millennial si saranno quindi trovati a loro agio con le arrembanti istanze action – non si contano gli inseguimenti, le sparatorie all’arma laser o con folgoratori, le fughe rocambolesche – mentre i più smaliziati adulti avranno notato le palesi forzature “filologiche” con quanto acquisito con i 6 (ma perfino con i recenti 2) film precedenti questo capitolo finale.
Escamotage sfruttati all’estremo per distrarre dalle pochezze “autonome” del plot - non ispirate al già visto - di questo film. Una messe di buchi di sceneggiatura imbarazzante, quasi sempre oltre i limite dello scult che il nerd albergante in me - tra le pieghe della coscienza vigile - non poteva non cogliere: introduzione di elementi dati per consolidati ma mai citati prima (la ricerca del dispositivo Exegol), i continui riferimenti ispirativi alla precedente potentissima schiatta di Jedi i quali però – viste le doti incredibili dei rampolli Rey e Kylo Ren, capaci di bloccare/distruggere astronavi con la sola imposizione delle mani (Sic ! – e non miseri caccia stellari come uno Yoda qualsiasi ma mastodontici incrociatori) - al confronto erano dei poppanti; doti “magiche” che permettono di far apparire con un mero schiocchiar di dita una moltitudine di navi spaziali da oscurare il cielo (incuranti delle problematiche logistiche e politiche legate ai subappalti per la costruzione delle stesse, delle quali anche una produzione di film di fantascienza dovrebbe sempre tener conto: https://www.youtube.com/watch?v=sR9_RN7lTEU).
Colorite amenità che denotano la totale mancanze di idee dietro il progetto tutto, un affastellarsi di sequenze – in confezione di lusso e, pertanto, digitalmente impersonale - utili solamente a tenere alto il ritmo dell’azione (di personaggi/attori sacrificati sull'altare dell’anonimo soggetto), al costo però di forzare il linguaggio filmico quasi oltre il lecito (gli estenuanti, stancanti e numericamente insostenibili incontri/scontri Rey/Kylo Ren, capaci solamente di sterilizzare il significato stesso di redde rationem legato al cinema) debilitandone “mortalmente” l’efficacia narrativa e strutturale (il - troppo - frenetico montaggio).
Un (multimiliardario) gioco autofagocitante – del quale stupiscono i molti consensi anche critici ottenuti - dalla portata virtualmente illimitata (i numerosi nodi irrisolti/cliffhanger fanno infatti temere un seguito), del quale forse si vedrà la fine solamente in un galassia lontata lontana...
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