Regia di J.J. Abrams vedi scheda film
Il peggior Star Wars mai prodotto. E già solo questo dovrebbe essere sufficiente a chiudere il discorso. Ma, per rispetto dei lettori, vediamo di elaborare. Se, fino ad oggi, il film che ambiva alla prestigiosissima carica di peggior episodio della saga poteva dirsi essere L’attacco dei cloni, questo terzo e conclusivo della trilogia sequel lo scalza orgogliosamente dal podio, grazie alla benemerita opera del regista, degli sceneggiatori e dei produttori che hanno reso definitivamente di pallida evidenza a chiunque come di questa nuova saga l’unica ragion d’essere sia sempre stato soltanto l’aspetto commerciale e come non vi sia mai stata traccia di una reale storia da raccontare (non che fossero comunque molti i dubbi rimasti al riguardo, bisogna dirlo…).
Impegnarsi pervicacemente negli obiettivi prefissati e conseguenti di: 1) evitare di prodursi nella definizione di una sola idea originale; 2) dare vita ad una “trama” raffazzonata e praticamente inerte, prevedibile sino allo sfinimento e ricalcata quasi interamente su Il ritorno dello Jedi; 3) creare scene talmente insensate da rasentare il ridicolo involontario e continuare a presentare maree di personaggi senza un minino approfondimento (vale sempre anche per i protagonisti); nonché 4) e più importante prestare sovrumana attenzione alle esigenze del reparto finanze disneyano e dei suoi Store sparsi per mezzo mondo con l’opportuno inserimento (per l’ennesima volta) di esseri ed esserini già pronti per la successiva “resa plastico-sostanziale” ad opera di operai schiavizzati negli sweatshops d’Oriente; e avere poi l’ardire di chiamare il risultato finale “film” di certo deve aver richiesto una buona dose di perversa creatività.
Abbondante è la quantità di amenità e parentesi assurde, si sarà ormai capito, ma in aggiunta da rilevare è la totale, completa, assoluta assenza del ben che minimo pathos e difatti tutto fluisce via nell’indifferenza generale del già esausto pubblico (come si può facilmente riscontrare sin dai primissimi minuti). Di esempi eclatanti, comunque, di tali sopraccitate scene non solo inerti ma anche vagamente esilaranti nella loro sconclusionatezza ve ne sono molteplici. In quanto sin dall’inizio è possibile notare come la “trama” proceda per “intrigante” accumulazione e per “fortuite” coincidenze.
Facciamo un esempio: WARNING: SPOILER:
Allora, Ray innanzitutto risolve prontamente lo spinoso problema che si pone dinnanzi alla Resistenza di dove iniziare a cercare il “GPS” Sith capace di condurre all’oscuro pianeta Exegol; dunque lei e i suoi prodi compagni partono alla volta di Pasaana dove le ricerche del maestro Luke Skywalker si sono interrotte ed ecco qui materializzarsi niente meno che Lando Calrissian, il quale sul momento li trae in salvo [eh-ehm!, deus ex machina] e rivela loro dov’è rimasta “incagliata” la navicella spaziale di tal Ochi da lui e da Luke inseguito in quanto possessore dell’indizio cardine per scovare detto “GPS”, tuttavia da loro due mai rintracciato: beh, no problem, perché i nostri eroi saranno talmente fortunati da precipitare proprio “a fagiolo”, potremmo dire, nelle gallerie nascoste entro le quali è rimasto a suo tempo intrappolato proprio Ochi [ma guarda te le coincidenze!] e altrettanto iper-fortunati da scovare gettato a terra il pugnale intarsiato, ovvero niente meno che l’indizio tanto agognato che altrimenti sarebbero stati costretti a cercare per tutta la navicella con gli accoliti del Primo Ordine (forse giò Ultimo in attesa di approvazione) alle calcagna;
ma non è finita, in quanto al momento di trovare una via d’uscita (via che evidentemente il “povero” Ochi non ha mai trovato) si da il caso che abbia il buon cuore di palesarsi un bel serpentone gigante [eh-eh-ehm!, deus ex machina] ferito e dolorante il quale, una volta aiutato da Rey la sensitiva, con un colpo di coda schiude provvidenzialmente ai nostri la via d’uscita suddetta salvandoli da morte certa;
infine, si giunge alla geniale scena del rapimento di Chewbacca (che fungerà, naturalmente, da semplice pretesto per l’allungamento del brodo chiamando la sequenza sullo Star Destroyer, al bordo del quale i nostri prodi eroi[nomani] riescono a salire grazie, indovina indovinello, ad un simpatico gettone lasciapassare loro prontamente fornito da una ex di Poe [eh-eh-eh-ehm!, deus ex machina] che lo odia ma forse in realtà manco lo odia poi così tanto e-- ma sto divagando…): eh sì, perché una volta raggiunta la navicella, mentre gli altri tentano di farla partire, ecco che Rey prende e si allontana come suo solito (dato che ha “presentito” l’arrivo del grande Kylo) e a richiamarla perché “è ora di partire” viene mandato in seguito proprio Chewbacca, in quanto ovviamente non si poteva semplicemente passarla a prendere con la navicella ora funzionante… FINE SPOILER.
E si tratta solo di un esempio, come già sottolineato. In seguito, al sopraggiungere di “snodi” cruciali nella “trama”, le assurdità si moltiplicano a dismisura, invece di ridursi.
WARNING: SPOILER:
Dopo lo scontro, ad esempio, Rey tocca Kylo, gli guarisce la ferita e allora lui ha improvvisamente una visione mistica del paparino dolcemente trucidato ed ecco che diventa buono, anzi, un agnellino? Quando si dice la manina magica…
Andando avanti: Palpatine, ehh Palpatine. Quindi, ricapitoliamo, questo genio del male incompreso vuole farsi uccidere così da poter diventare “una cosa sola” con la povera nipotina Rey, solo che però giunge appena in tempo il “rinsavito” Kylo “Guarda che te copo*” Ren e Palpatine si accorge allora magicamente che i due formano una “diade” potentissima nella Forza che può sfruttare per ridiventare potente ugualmente, dunque li “prosciuga” della loro “energia” (non comportandone però la morte, però, perché sennò…) e riacquista un potere smisurato tanto che, a momenti, con la sua sola Forza rischia di sbaragliare l’intera flotta della Resistenza.
Ma, niente panico, perché in tutto questo Rey ad una certa si sveglia e, grazie a sue particolari vocine nella testa che la incitano e le dicono che tutte le migliaia di generazioni di Jedi ora vivono in lei, riesce a rialzarsi e a far fuori il temibile Palpatine in quattro e quattr’otto. Solo che si sforza troppo, accidenti, e muore.
Ma, ancora una volta, niente panico, perché arriva il pio Kylo che la salva e fa in tempo a baciarla prima di spirare al suo posto: ed ecco che giungiamo al definitivo momento da WTF anglosassone. Del genere: ah, ma quindi i due sono innamorati? Ma dai… e… da quando? Cos’è diventata, una soap-opera e non ci è stato detto niente? FINE SPOILER.
E tutto quanto appena detto non tiene neppure in considerazione l’infima qualità dei dialoghi che gli attori tentano di portare in scena come meglio possono, con risultati talvolta non proprio esaltanti (specialmente nel caso della protagonista, un po’ monocorde) e la colonna sonora che punta un tantino troppo sull’effetto nostalgia, ancora più che in passato (il tema di Darth Vader, per dire, si avrà l’occasione di sentirlo almeno in quattro differenti occasioni).
Di vagamente tollerabile nell’intero film rimane soltanto l’incitamento a non arrendersi, a comprendere come si sia maggioranza e dunque sia solo una questione di unirsi per spezzare le proprie catene. Non che si configuri come un qualcosa di particolarmente originale, beninteso. E non che, d’altro canto, il fatto che un simile invito alla ribellione provenga da un filmaccio hollywoodiano prodotto da una mega-multinazionale arraffa-soldi e calibrato in favore di marketing e merchandising non renda la cosa in definitiva una pura ipocrisia.
In ogni caso, per concludere: Star Wars – L’ascesa di Skywalker (sottotitolo tra l’altro buttato lì un po’ a casaccio visto e considerato che SPOILER: tadaan! Alla fine del film non rimane in vita proprio nessunissimo Skywalker… FINE SPOILER) risulta essere un film men che mediocre, al cui confronto persino i due precedenti di questa ignominiosa trilogia sequel assurgono quasi alla nomea di mitici e venerabili semi-capolavori della cinematografia contemporanea.
Un film imbottito di insulsaggini, del tutto privo di logica e suspense, diretto anonimamente nonché, meglio ribadirlo, di una prevedibilità veramente atterrante. Tra parentesi: non v’è una sola scena da ricordare (anche quella del confronto tra Rey e Kylo, pur al netto delle idiozie sopraddette, è al pari del resto del film: anemica e anodina).
Davvero un fallimento da ogni punto di vista, una delusione colossale. Se questo è Star Wars sotto la Disney forse è meglio porre fine alle sue sofferenze, dichiararlo morto e passare oltre. E magari si avrà il buongusto di farlo per davvero, visti anche gli incassi in caduta libera. Questo terzo episodio, difatti, a fronte di un costo spropositato pari a 275 milioni di dollari ha incassato “appena” 1 miliardo, ovvero la metà de Il risveglio della Forza e 250 milioni in meno de Gli ultimi Jedi. Chissà che questo non basti a far risuonare qualche campanellino d’allarme al reparto contabilità della Disney…
* guarda che te copo = guarda che ti faccio fuori
PS: il mezzo voto in più si deve alla fotografia e agli effetti speciali, ma anche a quei brevi sprazzi di Darth Vader Theme che fanno sempre bene, nonostante tutto...
Bye, Bye, Star Wars!
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