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Tra due mondi - Ouistreham

Regia di Emmanuel Carrère vedi scheda film

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La recensione su Tra due mondi - Ouistreham

di supadany
7 stelle

Da lontano, è facile spara(cchia)re (pre)giudizi, fermandosi sulla superficie dei luoghi comuni e ripiegando sulle etichette pervenute dalle informazioni generiche, disponibili a chiunque. Per saperne di più, e farsi un quadro completo, bisogna obbligatoriamente toccare con mano, saggiare la realtà, provarla direttamente sulla propria pelle.

Questo succede in Tra due mondi, consentendogli di espletare una meritevole funzione sociale alla quale, in virtù del suo principale e distintivo punto di vista, aggiunge ulteriori e pungenti riflessioni, tutt’altro che banali considerando come le distanze tra le diverse categorie si stanno progressivamente ampliando, creando solchi macroscopici, dei vuoti ormai incolmabili, che fa comodo sottostimare/ignorare.

Decisa a scrivere un libro sul lavoro precario, Marianne Winckler (Juliette BinocheTre colori: Film blu - Film bianco - Film rosso, Il paziente inglese) abbandona la sua vita agiata da scrittrice di successo per capire in prima persona un mondo lontano anni luce da lei.

Così, occultando la sua identità, comincia dall’ufficio di collocamento per poi trovare impiego come donna delle pulizie, passando infine per prestare servizio su un traghetto, definito come un luogo infernale.

Tra ritmi di lavoro martellanti e iniquità all’ordine del giorno, conoscerà la forza d’animo che smuove le sue colleghe, tra le quali figura Christèle (Hélène Lambert), una madre single che combatte una battaglia quotidiana per andare avanti.

Inevitabilmente, questa situazione da infiltrata speciale è destinata a essere temporanea, a non durare a lungo.

 

Juliette Binoche

Tra due mondi - Ouistreham (2021): Juliette Binoche

 

Liberamente tratto dal libro d’inchiesta Le quai de Ouistreham scritto da Florence Aubenas, Tra due mondi è il secondo film di finzione diretto da Emmanuel Carrère, maggiormente noto per la sua attività di sceneggiatore (Tutti i nostri desideri, Molière in bicicletta, L’avversario), che arriva circa quindici anni dopo il precedente L’amore sospetto.

Partendo dal mondo del lavoro, che indaga/penetra avventurandosi nella fascia più bassa - e sostanzialmente dimenticata - laddove le risorse vengono (mal)trattate come carne da macello e sfruttate all’inverosimile (categoria che purtroppo continua incessantemente a incrementare le sue leve), chiedendo il massimo dando in cambio il minimo (salariale), adotta un punto di vista estraneo, che lo identifica, creando uno scarto - differenziale ed evidente - con la concorrenza.

In questo modo, pur assumendo un incarico che richiama prima di tutto il cinema di Ken Loach (e tante altre incursioni in questo materiale, come A tempo pieno o Full time - Al cento per cento), allarga il raggio del compasso delle considerazioni di cui dispone e dell’esame di coscienza che suggerisce. Dunque, se da un lato ritroviamo le ultime ruote del carro di un meccanismo che procede imperterrito, con sempre più persone messe con le spalle al muro e costrette a (soprav)vivere alla giornata senza nemmeno ipotizzare eventuali orizzonti di riscatto, dall’altro c’è chi ha le spalle coperte, chi – pur avendo le migliori intenzioni  - è semplicemente di passaggio.

Questa posizione è tanto netta quanto stimolante e delinea l’intera opera, stabilisce – una volta di più – discrasie attuali che solo altri pezzi del sistema potrebbero/dovrebbero prendere in mano, per non fermarsi alle parole, a proteste/richieste che, per quanto sacrosante, finiscono per essere parole lasciate/lanciate al vento, in quanto tali, vane.

Sempre in linea con la condotta d'insieme, compartecipata con marmorea dedizione, all’indiscutibile professionalità ed aderenza alla causa di Juliette Binoche, la vera promotrice dell’intero progetto che, come tale, ci mette anima e corpo, risponde l’immediatezza garantita dalle tante attrici non professioniste che la circondano, volti adeguati e ottimamente individuati che non si dimenticano facilmente.

 

Juliette Binoche

Tra due mondi - Ouistreham (2021): Juliette Binoche

 

In definitiva, Tra due mondi ha un block notes madido di informazioni, tra vicissitudini di vita vissuta, un nutrito pacchetto di problematiche e forme di solidarietà che concedono un minimo di sollievo, che entra nel merito distinguendosi per il metodo applicato. Con mondi inconciliabili, compartimenti stagni che possono essere scalfiti solo provvisoriamente, affrontati con un’operatività che estromette sconti senza temere le contraddizioni insite nella sua pressante e diretta interlocuzione, tra approfondimenti e semplici accenni, affanni e dignità, sfruttamento feroce e forme di umanità da preservare, malfunzionamenti sistematici ed esasperazione, con un finale amaro e attinente al resto del discorso intrapreso (prendersi in giro è inutile e controproducente).

Consistente e immersivo, empatico e plurale.

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