Regia di Ildiko Enyedi vedi scheda film
""Storia di mia moglie", diretto da Daniel Roby, si presenta come un'opera ambiziosa ispirata al romanzo di Milán Füst, ma purtroppo fallisce nel suo intento di coinvolgere e intrattenere. Nonostante le aspettative generate dalla sua partecipazione al Festival di Cannes, il film si rivela una delusione sotto molti aspetti.La trama, che ruota attorno al capitano di nave Jakob Störr e alla sua misteriosa sposa Lizzy, è caratterizzata da una lentezza insopportabile. La narrazione si trascina senza mai decollare, con dialoghi che sembrano forzati e privi di autenticità. Le interazioni tra i personaggi risultano spesso poco credibili, rendendo difficile per lo spettatore empatizzare con le loro esperienze e le loro emozioni.La regia di Roby, pur cercando di evocare atmosfere suggestive, cade in una serie di scelte stilistiche discutibili. La fotografia, sebbene tecnicamente valida, appare eccessivamente artefatta e priva di sostanza, contribuendo a un senso di distanza emotiva. Le lunghe sequenze contemplative, invece di arricchire la narrazione, si trasformano in momenti di noia che allontanano lo spettatore dalla storia.Le performance degli attori, in particolare di Gijs Naber e Léa Seydoux, sono deludenti. Nonostante il loro indubbio talento, i due sembrano bloccati da un copione che non offre loro la possibilità di esprimere appieno le proprie capacità. La chimica tra i protagonisti è assente, rendendo il loro rapporto poco convincente e privo di profondità.Inoltre, il film affronta temi complessi come l'amore e la gelosia, ma lo fa in modo superficiale e scontato. Le riflessioni sui rapporti umani risultano banali e prive di originalità, lasciando lo spettatore con una sensazione di déjà vu piuttosto che di scoperta.In sintesi, "Storia di mia moglie" è un film che si perde in una narrazione lenta e poco coinvolgente, con personaggi poco sviluppati e una regia che non riesce a catturare l'attenzione. È un'opera che, nonostante le sue ambizioni, si rivela un'esperienza frustrante e poco gratificante. Consigliato solo a chi cerca un esempio di come non si dovrebbe raccontare una storia d'amore.
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