Regia di Betty Thomas vedi scheda film
Una cosa francamente inguardabile. D'un autocompiacimento assolutamente inaccettabile (a qualcuno sfugge forse il fatto che le biografie celebrative, alias 'agiografie', dovrebbero - lo impone la decenza - esser fatte senonaltro da soggetti ALTRI rispetto a colui del quale si tratta..), straripa di semplificazioni, macchiette e colpi a vuoto. Che gli americani tendano poi da sempre a confondere peti, tette e culi con Quinto Emendamento, irriverenza e 'politically scorrect' beh, non è certo un 'ultimora'. Howard Stern in persona costruisce questo zoppicante e demenziale monumento a Lui Medesimo.. roba che neanche Mr. Burns ne 'i Simpson' (ricordate l'episodio in cui commissiona la propria epopea autobiografica all'equivalente messicano di Spielberg?). Il punto è che il mitico dee jay all'epoca del film avrà avuto, per quanto ben portati, una sessantina d'anni o giù di lì, laddove la pellicola narra di lui ventenne che muove i primi passi nel mondo delle radio. Il risultato è grottesco.. un sessantenne dinoccolato e bardato di parrucconi ricci che interpreta se stesso a vent'anni (!) E c'è da augurarsi che molta della (presunta fino a prova contraria) comicità 'dissacrante e iconoclasta' di Stern sia andata perduta nei cunicoli senza fondo del doppiaggio italiano. Perchè se così non fosse ci sarebbe davvero poco di cui sorridere. E di cui vantarsi.. cosa che invece avviene, copiosamente, in ogni singolo fotogramma del film. Che dire.. un pezzo di storia radiofonica americana del cui racconto - forse - non si sarebbe avvertita la mancanza. O comunque, al di là del curriculum e dei meriti artistici del personaggio-Stern, semplicemente una brutta e mielosa biografia senza slanci. La critica egemone plaude citando Cecchetto.
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