Regia di Tian Ye vedi scheda film
Far East Film Festival 21 – Udine.
Anche se la routine quotidiana rema insistentemente contro e non offre alcuno spunto per ipotizzare che il vento cambi il suo dannato giro, la bandiera della speranza non deve essere ammainata. Il fato è scorbutico, ma vale la pena fare buon viso a cattivo gioco, perché prima o poi rilascia un’esca, il più delle volte calata ex abrupto. Un’occasione da catturare al volo, germogliabile solo se nel frattempo è stato fertilizzato il terreno dell’anima, senza piangere sul latte versato e assimilando da ogni incontro o gesto il segnale più confortante.
When love blossoms non regala la panacea a tutti i mali, ma dettaglia un’opportunità, dal nulla traccia una linea che chissà dove andrà. Quando il presente è omologato e senza prospettive, un qualsiasi spiraglio riscalda più del sole dopo una giornata di pioggia.
In un minuscolo appartamento nella periferia di Pechino, Xiao Qiang, un fattorino, convive con Xiao Xia, un’agente immobiliare, appena lasciata da un compagno perennemente distratto.
Entrambi navigano a vista, fin quando lei non ha tra le mani un potenziale affare. Nel frattempo, per puro caso, Xiao Qiang assiste alle prove di uno spettacolo teatrale che parla di lui, lo impara talmente bene da poter sostituire l’attore protagonista. Quando quest’ultimo subirà un infortunio, Xiao Qiang gli subentrerà, pensando come prima cosa di invitare Xiao Xia.
Le vie del signore sono infinite.
Il cinema asiatico regala delle gemme, che il Far East Film Festival raccoglie. Dopo la variante zombie di The odd family: zombie on sale, When love blossoms riesce nell’ardua impresa di parlare di amore senza scivolare in alcuno degli infiniti tranelli che l’argomento regolarmente dissemina.
Lo sguardo incontaminato dell’esordiente Tian Ye conquista l’anima senza alcun sotterfugio, coagulando la vita reale e la rappresentazione teatrale con una disinvoltura disarmante.
Ciò avviene, mediante l’introduzione due anime senza speranza eppure, a loro modo, tutt’altro che arrendevoli, figure comuni che si confondono tra la massa, sempre un passo indietro rispetto a chi emerge con prepotenza e senza alcun riguardo verso il prossimo.
In secondo luogo, il fato, ça van sans dire, è beffardo e When love blossoms sceglie scientemente di non forzare nulla, al più di offrire una parziale occasione.
Un dono che parte da lontano, collocato sull’ultima curva di un tragitto sfaccettato e intraprendente, in grado di suggerire sguardi morbidi su un personaggio perennemente maltrattato. Una scoperta meravigliosa che premia la curiosità, una conquista che nobilita la funzione della cultura, uno spazio sottovalutato ma che può ancora scovare i talenti e le persone vere, rimescolando le scalette dettate da posizioni prestabilite.
Tian Ye ha tutto perfettamente chiaro nei minimi snodi, ma non finisce inchiodato in un ordine definitivo e rigido, predispone una penetrazione oculata nel tessuto sociale, permettendo tuttavia alle singole dinamiche di svilupparsi in maniera disinvolta, senza sottovalutare alcun affluente.
Un’impostazione condotta con sicurezza fino alla sua conclusione, che possiede il pragmatismo della riflessione libera da imposizioni e deposita il seme per poi lasciare allo spettatore l’onore di immaginare quel che verrà. Tutto è ancora possibile, niente è inciso nel marmo, per un film partecipativo e allergico alle scorciatoie, romantico senza rivestirsi dei consueti lustrini, vibrante ma esente da scialbe congetture, un inno alla perseveranza che chiede a chi guarda di affiancarsi spiritualmente ai protagonisti e aggiungere un pezzo, quello essenziale.
Maturo.
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