Regia di Han Han vedi scheda film
Pegasus è un film cinese del 2019, scritto e diretto da Han Han. il lungometraggio è stato presentato al Far East Film Festival di Udine nel 2019.
Sinossi: Zhang Chi (Teng Shen) in passato era un celeberrimo pilota di rally, l'unico ad aver vinto per ben cinque la prestigiosa corsa ambientata nel deserto di Bayanbulan nello XinJiang tuttavia è caduto improvvisamente in disgrazia a causa di uno scandalo; Zhang Chi è stato arrestato dopo aver partecipato ad una gara clandestina.
L'ex pilota in seguito proverà a rientrare nel settore con l'obiettivo di sconfiggere il nuovo campione: il ricco e borghese Lin Zhendong ma ovviamente non sarà semplice...
Il ragazzo prodigio Han Han -scrittore, blogger, influencer, pilota di rally, discografico e ora cineasta- dopo aver intrapreso la carriera da regista nel 2014 con The Continent ha inanellato un successo dietro l'altro compreso questo Pegasus piazzandolo al sesto incasso della stagione cinematografica locale (oltre 243,700,000 milioni di dollari).
Il giovane Han porta avanti la sua personale idea di cinema prevalentemente farcita da spunti autobiografici, sequenze automobilistiche mozzafiato e buoni sentimenti regalando allo spettatore novantotto minuti d'intrattenimento più che dignitosi considerando soprattutto la tipologia di produzione: blockbuster distribuito nel corso del capodanno cinese.
Come già evidenziato, l'autore ha cercato fin dal suo primo lungometraggio di costruire un corpus cinematografico riconoscibile. Certo il pessimismo degli esordi è stato gradualmente sostituito da segmenti più scanzonati ma questo non significa che il film sia privo d'interesse, diciamo che il regista stesso si è adattato ad un particolare contesto produttivo accettando pregi (budget altissimi) e difetti (automia artistica sicuramente limitata e controllata con occhio vigile dai censori autoctoni).
A tal proposito ritroviamo un aspetto fondamentale del suo cinema ossia il rapporto padre-figlio, qui capovolto rispetto Duckweed ed infatti viene rappresentato non più con gli occhi delusi di un figlio bensì da punto di vista paterno e quest'ultimo proverà in tutti i modi ad innalzare una relazione sana e genuina.
Continuando con il discorso tematico, centrale è anche l'amicizia virile e l'abbraccio fra Zhang Chi ed il suo amico ex copilota, ora intrattenitore di serie b in un parco a tema, vale più di mille parole.
Singolare anche il confronto fra Zhang Chin ed il suo sfidante Lin Zhendong.
Il loro duello è quasi metafora di una lotta di classe però nel momento più difficoltoso per Zhang Chin, l'avversario si mostrerà altamente altruista in quanto vuole sconfiggerlo lealmente sul "campo" e non a causa delle differenze di "reddito".
Aspetto che sicuramente farà storcere il naso a molti spettatori e obiettivamente il regista poteva risparmiarselo questo falso buonismo tuttavia ritorniamo al discroso precedente del contetsto produttivo e visto la sua popolarità e status di super divo Han Han ha preferito non prendersi nessun rischio con la censura.
Pegasus può contare su un reparto tecnico di prim'ordine ed Han Han conferma ancora una volta tutta la sua abilità con la macchina da presa proponendo approcci dissimili.
La fatidica corsa clandestina che è costata licenza e prestigio al protagonista viene messa in scena tramite un flashback alquanto patinato, contrassegnato da un'estetica da videoclip con un montaggio serratissimo alla Fast and Furious, zoomate improvvise e slow-motion leziosi.
Stile completamente ribaltato nel finale dove assisteremo ad una strabiliante gara di rally.
Han Han ricorre ad una regia stratificata che si distingue per un uso avvincente dello split-screen unito a riprese multiple (comprese quelle dei maxi-schermo presenti nel circuito) stimolanti in grado di dare al pubblico la percezione di vivere in prima persona l'evento, il tutto unito a location naturali da togliere il fiato.
Nella parte centrale invece le corse automobilistiche sono sostituite da svarite sequenze comiche (l'espressività facciale di Teng Sheng aiuta molto) dirette con arguzia dai siparietti slapstick fino al ricorso di effetti digitali tali da richiamare l'universo cartoonesco.
Film godibile, a tratti divertente e diretto con maestria soprattutto in riferimento alla parte alle corse automobilistiche (il passato del regista emerge alla grande).
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