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Les Apparences

Regia di Marc Fitoussi vedi scheda film

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La recensione su Les Apparences

di alan smithee
7 stelle

NOIR IN FESTIVAL 2021 

Una comunità di agiati artisti o uomini d'affari si trova a vivere la propria vita, professionale e familiare, in una Vienna che li accoglie offrendo loro tutta la bellezza e l'organizzazione austera di cui è nota ed apprezzata la capitale asburgica.
Seguiamo in particolare il ménage che si è creato tra un apprezzato direttore d'orchestra, Henri, e la sua bella moglie Eve, bibliotecaria per diletto e madre adottiva del piccolo Malo.
Tutto filerebbe per il meglio, non fosse che Eve nota da tempo una certa freddezza nei suoi confronti da parte del marito, impegnatissimo in una tourné che lo vede anche assentarsi da casa per raggiungere altre località. Insospettita, la donna si mette alla ricerca di indizi, fino alla scoperta più incredibile e dolorosa: la tresca con un'altra donna esiste, e riguarda una presenza molto scomoda all'interno di un equilibrio familiare che pareva perfetto, e che ora rischia di franare.

Accecata dal risentimento, Eve reagisce orchestrando un tranello che, tuttavia, non farà che peggiorare le cose, dopo che, in una serata trascorsa in un bar a bere, la donna troverà il modo di rimorchiare un ragazza apparentemente per bene, che invece si rivelerà uno stalker scomodo ed inopportuno.
Per la regia del bravo Marc Fitoussi, prolifico regista garante di una buona qualità media delle proprie regie, Les apparences si sviluppa come un thriller a stampo familiare che molta parte della critica d'Oltralpe ha paragonato, non senza fondate e condivisibili argomentazioni, ad alcune opere del maestro Claude Chabrol, incentrate pure loro sulle dinamiche esplosive di equilibri familiari messi alla berlina dalla presenza di terzi incomodi e travianti.

Il film si fa forte di uno sviluppo ben scritto, in grado di assicurare suspence, ma anche un certo distacco ironico che si prende anche tempo ed occasione per riflettere sulla tendenza al pettegolezzo che riempie le giornate delle consorti francesi agiate ed annoiate degli uomini d'affari o degli artisti impegnati e indotti a stabilirsi nella capitale austriaca, ed è avvalorato da un cast di tutto rispetto, che vede emergere in particolare, oltre al bravo ed impenetrabile Benjamin Biolay nel ruolo del marito e apprezzato e riverito direttore d'orchestra, la splendida, vulcanica e anche sottilmente comica Karin Viard, qui nuovamente al centro di una interpretazione davvero straordinaria. 
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