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Ursus nella valle dei leoni

Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film

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La recensione su Ursus nella valle dei leoni

di mm40
2 stelle

Il solito peplum, nè più e nè meno che un concentrato di luoghi comuni e di idee leggerissime su cui imbastire una storiella di vendetta muscoloide nel nome della Giustizia con la G maiuscola. Carlo Ludovico Bragaglia ha passato da un po' i sessanta e sta per ritirarsi dal cinema dopo una quantità impressionante di lavorucci alimentari e ben poche opere memorabili; di pellicole mitologiche ne ha già dirette, così come per l'americano Ed Fury non è affatto una novità quella di interpretare un energumeno violento che lotta ardentemente per i più nobili ideali, vestito solo di un paio di stracci che ammiccano al pubblico lasciando vedere quanto più possibile dell'impalcatura muscolare del protagonista. Peraltro Fury era stato l'Ursus 'originale' nell'eponimo film di Carlo Campogalliani, uscito l'anno precedente. La sceneggiatura di Ursus nella valle dei leoni è un parto artistico di Giuseppe Mangione e Sandro Continenza che non sta a guardare troppo per il sottile i suoi stessi argomenti; fra gli altri interpreti si sottolineano le presenze di Moira e Orlando Orfei, Alberto Lupo, Giacomo Furia e Maria Luisa Merlo. Le musiche dozzinali del grande Riz Ortolani spiegano molto degli standard qualitativi richiesti dalla produzione. 2,5/10.

Sulla trama

Il piccolo Ursus, figlio di un sovrano, è stato abbandonato in mezzo ai leoni dai crudeli assassini del padre. Il bambino se la caverà, crescerà e diventerà il forzuto vendicatore del genitore, riportando la libertà nel regno.

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Ultimi commenti

  1. antonio de curtis
    di antonio de curtis

    Bragaglia ha diretto Totò, solo per questo lo ricordo. I film di Bragaglia sembrano fatti in serie, film con peculiarità teatrali Ciao

    1. mm40
      di mm40

      Non un cattivo regista, anzi, ma indubbiamente legato un po' troppo alla messa in scena spartana tipica del teatro - cotto e mangiato, sostanzialmente, tutto nel nome della massima semplicità. Anche perchè ha lavorato quasi solo per titoli 'popolari'. Ma anche all'epoca esistevano mestieranti dai risultati ben peggiori, insomma.

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