Regia di Ken Hughes vedi scheda film
Ammirevole per la bella e davvero ben curata fotografia e ambientazione bostoniana, thriller urbano con un assassino di donne vestito con casco e tuta da motociclista tutti neri, che poi le decapita pure servendosi di un coltello machete ricurvo. C'è una certa influenza dello stile italiano dei thriller di quegli anni(e d'altronde dentro da protagonista c'è il poliziotto impersonato da Leonardo Manzella/Leonard Mann, nel periodo della sua trasferta in alcuni film americani) del decennio successivo, inseguito in alcune scene elaborate e alla ricerca dell'estetica dell'omicidio, graficamente molto violento(però senza mai dettagliare i tagli e soprattutto le decapitazioni, risolte sempre con uno schermo nero, forse non avendo uno come Tom Savini a disposizione per gli effetti più impegnativi e costruiti),non risolti alla fine con la creatività di un Fulci, ma nemmeno di un William Lustig, o Fruet.
Non che sia una caratteristica di questo tipo di film la credibilità di situazioni e personaggi, che potrebbe rientrare nel filone allora a pieno regime di titoli dello "slasher" detto come gli anglofili, ma il finale acrobatico in motocicletta pure bene realizzato, e la relativa spiegazione del movente degli omicidi di giovani donne, è veramente risibile.
Di imbarazzante, quasi oltraggiosa bellezza Rachel Ward, che fa pure una doccia senza però fare intravedere nulla che comunque un poderoso lato b, in una sequenza di rituale "erotico" al sangue, da annali dello sculto.
Credo che il film del rodato Kenneth Hughes usci nelle sale italiane proprio per il successo televisivo con Richard Chamberlain, della avvenente australiana. Mai neppure uscito in videocassetta, nell'hotel video italiano.
John Nada
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