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Waves - Le onde della vita

Regia di Trey Edward Shults vedi scheda film

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La recensione su Waves - Le onde della vita

di supadany
7 stelle

Festa del Cinema di Roma 2019 – Selezione ufficiale.

Se non sei il numero uno, sei uno zero.

Per spronare una persona a rendere al meglio, esisterebbero modi meno ruspanti, ad esempio sarebbe opportuno tentare con un se fai una cosa, cerca di farla bene. Purtroppo, viviamo in una società ultra competitiva, nella quale anche chi potrebbe accontentarsi di confermare la sua posizione sociale, elevandosi in altri termini (nei sentimenti, con atti di altruismo), è incitato a stravincere, ad andare oltre i limiti.

Quando il numero di giri va oltre il consentito per un minutaggio eccessivo, il motore fonde. Parimenti, un uomo corre il rischio di perdere il contatto con la realtà, di non saper più discernere ciò che è essenziale dal superfluo. Di rovinarsi con le sue stesse mani, danneggiando irrimediabilmente anche l’ecosistema che lo circonda

Nella vita di Tyler (Kelvin Harrison Jr.), non c’è nemmeno l’ombra di una stonatura. Alle spalle ha una famiglia benestante che lo protegge e sprona, sua sorella Emily (Taylor Russell) lo adora, è la punta di diamante della squadra di wrestling del liceo e fidanzato con Alexis (Alexa Demie), una ragazza che ama sinceramente. Di punto in bianco, si ritrova a dover affrontare una sequela di difficoltà inattese, che lo condurranno completamente fuori strada.

Proprio mentre i suoi genitori (Ronald/Sterling K. Brown e Catharine/Renée Elise Goldsberry) sono sconvolti dagli avvenimenti che vedono in Tyler il protagonista in negativo, Emily viene corteggiata da Luke (Lucas Hedges), che le offre su un piatto d’argento l’occasione per ricominciare ad acquisire fiducia nel futuro.

 

Sterling K. Brown, Taylor Russell, Kelvin Harrison Jr., Renée Elise Goldsberry

Waves (2019): Sterling K. Brown, Taylor Russell, Kelvin Harrison Jr., Renée Elise Goldsberry

 

Già accolto con estremo favore ai Festival di Telluride e Toronto, Waves è un’opera di spessore e contrastata, con cui il regista Trey Edward Shults non si accontenta di bissare gli attestati di stima ricevuti con i film precedenti (Krisha, It comes at night).

L’ouverture mette subitaneamente in chiaro le cose. I primi cinque minuti sono un condensato di visionarietà vertiginosa, accompagnamento sonoro dal volume assordante e scenari sovrapposti freneticamente.

Sostanzialmente, è l’abbrivio di uno svolgimento perentorio, con momenti di stasi seguiti da fulminee impennate correlate al personaggio chiave che, nel nome di una staffetta, cambia pelle - per metà film è Tyler, poi il testimone passa a Emily -, impastando affreschi agli antipodi, due angolazioni di tenore opposto nell’approccio all’esistenza: nervoso e schizofrenico nella prima parte, titubante e predisposto alla rivitalizzazione dei sensi nella seconda.

Questa scelta compositiva è rispettata con rigore e mira a creare un’autentica esperienza totalizzante, una plongée lisergica. A tutti gli effetti, Waves attiva un bombardamento sensoriale, tra immagini spesso macchiate da cromatismi trasbordanti (la fotografia è di Drew Daniels, al fianco del regista anche nei film precedenti) e musiche martellanti, assemblate dagli affermati Trent Reznor e Atticus Ross.

Invece, nel momento in cui questa miscela lascia spazio a un registro prossimo alla tradizione, vi è un considerevole appiattimento, riscontrabile innanzitutto nei discorsi motivazionali rivolti a Tyler da suo padre.

Dunque, la pellicola lievita quando parte per la tangente creando un quadro dalle tinte arty, colmo di flussi deliranti e rapsodici, per poi ripiegare laddove la sceneggiatura – che, a grandi linee, possiede un repertorio ampio, collaudato ed esausto - riprende in mano le redini del discorso, nel segno della discontinuità. Comunque sia, questa intermittenza non pregiudica l’attuazione di un’esperienza ubriacante, il cui principale distinguo tra galvanizzazione e frastornamento risiede nell’intercettazione del suo punto di ingresso, quello che consente una piena connessione all’estetica sviluppata da Trey Edward Shults.

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