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Jackie Brown

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su Jackie Brown

di Antisistema
9 stelle

Il terzo film risulta con un margine di certezza del 90%, quello più importante per la carriera un regista, poichè grossomodo ci dice che direzione prenderà; Quentin Tarantino dopo gli strepitosi successi delle Iene (1992) e soprattutto di Pulp Fiction (1994), coronato con la Palma d'oro a Cannes, oltre 200 milioni ai botteghini di tutto il mondo e svariate nomination agli oscar, andate purtroppo a vuoto poichè i giurati preferirono premiare quel film reazionario di Forrest Gump di Robert Zemeckis (1994), era il regista più quotato negli USA tra i nuovi talenti, creandosi un folto gruppo di sostenitori e fans adoranti, nonchè una schiera di registi che hanno subito cominciato ad imitare il suo stile, spesso con risultati carenti. Nel Natale 1997, Tarantino esce con Jackie Brown al cinema, spiazzando la critica e soprattutto la baraonda di fanboy della prima ora, con una pellicola compassata nel ritmo, diluita nelle sequenze, levigata nei dialoghi, priva di qualsiasi ironia o personaggi sopra le righe; in sostanza, il cineasta si piega intelligentemente agli stilemi neo-noir senza forzare il genere, rinnegando in apparenza tutto ciò che lo aveva reso famoso nelle sue prime due opere, in ciò bisogna riconoscergli del coraggio, poichè Tarantino si è dimostrato un cineasta molto più intelligente, colto e raffinato rispetto a ciò che tutti pensavano, sbaragliando le attese di tutti per girare un'opera che solo in apparenza nega sè stesso, quando la pellicola è puro Tarantino distillato 100%. Stavolta il regista guarda agli anni 70', al cinema di Blaxploitation, fenomeno prettamente B-moviesco, poco noto qui in Italia, anche perchè poche opere sono giunte nel nostro paese, traendo spunto da un libro di Elmore Leonard, girando a tutti gli effetti un anti-Pulp Fiction, sia nel ritmo, che nel tono narrativo, rinunciando alla struttura a blocchi del suo precedente capolavoro, a favore di una storia più lineare, ma in realtà intricata e ramificata per via dei numerosi personaggi, toccando l'apice del virtuosismo nella sequenza dello scambio delle buste nel centro commerciale, realizzata con ben tre punti di vista differenti, che poco a poco sveleranno con singole tessere un puzzle chiarificatore. Lineare e con un ritmo sempre tenuto a freno, Tarantino punta quindi tutti sulla scrittura solida dei suoi personaggi, scegliendo come protagonista Pam Grier come Jackie Brown, una hostess ultra 40enne, che per arrotondare il magro stipendio, svolge il ruolo di corriere di denaro sporco dal Messico all'aeroporto di Los Angeles, per conto di Ordell Robbie (Samuel Jackson), trafficante d'armi che vive con la giovane bionda Melanie (Bridget Fonda) ed il suo braccio destro Louis Gara (Robert De Niro); Jacke però viene intercettata all'aeroporto dagli agenti dell'anti-frode capitanati da Ray (Michael Keaton); la soluzione è semplice, farsi due anni di galera perdendo il lavoro ricominciando di nuovo tutto dall'inizio, oppure collaborare con loro per incastrare Ordell; Jackie sa benissimo che a 44 anni rifarsi nuovamente una vita per una come lei già stata dentro una volta risulti praticamente impossibile, così decide di architettare un piano di doppi e tripli giochi, sperando che se le andrà bene, potrà rifarsi una nuova esistenza avendo a disposizione un bel pò di soldi. 
Pam Grier ha una gamma micro-espressiva molto vasta, il peso dei suoi 44 anni se li porta tutti dietro, senza però perdere fascino, meritando il ruolo di protagonista a tutti gli effetti della pellicola, che si avvale di facce Tarantiniane già note come Samuel Jackson (Orso d'oro a Berlino), sempre più badass ma ferocemente inquietante, così come di tante new entry; l'erotica Bridget Fonda i cui piedi sono oggetto di feticismo da parte del regista, un sotto le righe Robert Forster nei panni del paga cauzioni, che risulta complementare a Jackie ed un Robert De Niro (sua ultima grande interpretazione prima della crisi infinita) sempre nei panni di un mafioso, ma totalmente differente dai ruoli con Scorsese, per via del suo carattere taciturno e paranoico, che si becca la scena super-cult della scopata in tre minuti con Bridget Fonda. 

 

Pam Grier

Jackie Brown (1997): Pam Grier

 

Come si può vedere, sono tutto tranne che personaggi iconici di default, come potevano essere i due killer di Pulp Fiction o Mr.Wolff il risolvi problemi, quest'ultimo paragonato con il "similare" nel ruolo Robert Forster, il paga-cauzioni, segna tutta la differenza tra le due opere, tanto sopra le righe ed accelerato il primo, quanto sotto le righe e soprattutto "triste" il secondo. 

Tarantino adotta un ritmo sincopato, non raggiunge mai in alcun momento un tono "over the top", in effetti questo Jackie Brown potrebbe essere a tutti gli effetti un film totalmente realistico, con dialoghi sempre credibili, dove l'eccesso viene totalmente meno così come l'ironia sopra le righe (tranne nella trasmissione TV donne con le armi, divertentissima), se quest'ultima è presente qua e là, risulta interna ai personaggi in talune situazioni, ciò segna quindi una maturità artistica, che si riscontra in una regia oramai perfetta, fatta di longtake orizzontali infiniti, che arrivano a distillare le scene come nella miglior tradizione noir, perchè i personaggi hanno quasi tutti un passato disastrato fatto di galera ed occasioni mancate, cercando un orizzonte futuro verso il quale proiettarsi (tutti cercano di sistemarsi per ritirarsi da ciò che fanno attualmente).Tarantino così raggiunge la perfezione stilistica senza cercare virtuosismi inutili, non per questo però  disdegna nel creare nuove inquadrature come quella oramai celebre del bagagliaio, riprendendo dal basso il dialogo tra Ordell ed un suo scagnozzo, per convincere quest'ultimo ad infilarsi lì dentro, mentre nelle citazioni il regista risulta essere molto più armonico, meno urlato e quindi amalgamato sotto-traccia nella narrazione, richiedendo uno sforzo di decodifica maggiore da parte dello spettatore, non più guidato dalle parole dei personaggi nel trovare i riferimenti come in Pulp Fiction, cercando quindi uno spettatore più dotto ed acculturato, magari più recettivo nel trovare da sè i film o la musica inserita nella pellicola, facendo un lavoro di ricerca da sè. 
Jackie Brown dimostra il coraggio di Tarantino, che atteso al suo banco di prova definitivo, spiazza tutti, dimostrando di essere molto più eclettico e sorprendente di quanto si potesse immaginare, rispetto all'etichetta di "post-moderno"; ciò causò estrema freddezza nei confronti dell'opera da parte della critica e la delusione del pubblico, che si aspettava l'ennesimo intricato mosaico narrativo, dialoghi sparati a mille e violenza ketchup, tutti elementi che vengono a meno, tanto che gl unici omicidi presenti, sono tutti in lontananza, fuori campo o al buio, con un finale anti-climatico e malinconico, in netto contrasto rispetto a Pulp Fiction. Jackie Brown è un capolavoro che segna la fine più creativa dal cinema di Tarantino, quella degli anni 90', con quest'ultimo film che prende la serie B e la relega ai margini del sistema (quanti film alla Jackie Brown abbiamo avuto? Zero, perchè qui il regista non cercava di lanciare mode, come nei precedenti film anche se ultra-creativi); il cineasta ritornerà all'opera con Kill Bill (2003), segnando però un ritorno alle atmosfere delle prime due film, con ripetizione di roba già vista, di tanto in tanto il genio riaffiorerà come in The Hatefull Eight (2015), però è indubbio come l'originalità sia venuta meno a favore del brand cinematografico. 

 

Robert De Niro, Samuel L. Jackson

Jackie Brown (1997): Robert De Niro, Samuel L. Jackson

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