Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Dopo i fuochi d’artificio di Pulp Fiction, Tarantino centra nuovamente il bersaglio. Più controllato e rispettoso della materia narrativa che visionario, il regista americano piazza un perfetto condensato di cinema d’azione e d’attori, orchestrato a meraviglia. La scena del ritiro del sacchetto di soldi nei grandi magazzini è un trattato di postmodernismo da insegnare a scuola a fianco agli Occhi Di Serpente depalmiani. Samuel L. Jacson, raccolto il testimone del capitolo precedente, è il cardine attorno a cui ruotano gli eventi giallamente ingarbugliati della vicenda. Assieme alla scaltrissima ex pupa del titolo manifesta un omaggio ai film della blaxploitation dei settanta. De Niro imbolsito e imprevedibile, la svampFonda junior come presagio delle fanciulle di Grindhouse e Robert Forster irresistibile romantico e galantuomo sono un frullato per palati golosi. Colonna sonora adeguata e all’altezza che, a tratti divertita, chiama a complicità lo spettatore, in un gioco peculiarmente cinematografico. In questo Tarantino si rivela un maestro. Un grande film passato mediaticamente in sordina rispetto ai fasti del precedente titolo dell’originale cineasta. Con Bastardi Senza Gloria si toccherà l’apice.
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