Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Vedere questo film è come addentare un bonbon di cioccolato nero al peperoncino, dal sapore caldo e morbido, ma dal retrogusto piccante ed amaro. Pam Grier impersona un’icona statuaria dalla femminilità potente, forte e sicura di sé senza essere vorace od aggressiva; è la supereroina dei fumetti di una volta, seducente e superdotata, ma che rimane spiccatamente “donna” nella grazia dei movimenti e nella sensibilità della condotta. La sua figura domina una vicenda basata sull’astuzia, una complessa sfida tra furbi (Jackie Brown, Ordell, Ray) in un paesaggio umano fatto di vittime forse non innocenti ma certamente ingenue (Beaumont, Mélanie, Louis). In questo film la rabbia tarantiniana non esplode, come altrove, in una violenza repentina ed insensata, ma segue – anche quando l’esito è comunque sanguinario - vie raffinate e talvolta sorprendenti. L’asse portante del racconto è infatti la strategia basata sull’attenta valutazione delle reazioni psicologiche, che prevede una finzione calibrata, una doppiezza bilanciata, l’inganno dispensato nella giusta misura. E tale è anche il trattamento che il regista riserva allo spettatore, proponendogli una storia dalle tinte apparentemente chiare, che pure conserva una zona in ombra; e che convince, fino in fondo, senza rivelarsi mai del tutto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta