Regia di Chris Sanders vedi scheda film
Da sempre considerato uno degli eroi letterari più amati di sempre, il cane Buck torna protagonista al cinema. Nel nuovo adattamento del romanzo Il richiamo della foresta di Jack London, diretto da Chris Sanders l’intenzione sembra essere quella di snellire alcuni tratti, principalmente quelli oscuri, del romanzo a favore di un romanticismo a tratti estremo che snatura l’opera di London.
Partendo una fase iniziale tendenzialmente sentimentale, da quando il cane lascia la casa in cui è cresciuto fin quando viene venduto come cane da slitta, i personaggi che gli si affiancano, in certi casi anche inventati, finiscono per disperdere parte dello spirito avventuriero e della voglia di far emergere il proprio istinto che sono invece il fulcro centrale del famoso romanzo d’esordio di London e che caratterizzano l’eroe tanto amato di cui sopra.
Avvalendosi di ambientazioni suggestive e di inquadrature panoramiche dalla consistente fotografia, Sanders conduce il racconto attraverso strade meno tortuose e, a differenza del romanzo a cui si ispira, finisce per essere adatta sicuramente ad un pubblico più ampio, composto principalmente da famiglie.
Accennando solo inizialmente all’oscurità che conduce Buck verso la ricerca di se stesso, attraverso un lupo nero che compare diverse (troppe poche) volte all’inizio dell’avventura e in cui si concentrano gli unici momenti di somiglianza con il romanzo nella sua parti più trascinanti.
La scelta di non mostrare la violenza, elemento fondamentale nella maturazione di Buck, o piuttosto di modificare alcuni tratti caratteriali e biografici di John Thornton, interpretato con prudenza da Harrison Ford, scremano la narrazione delle sue parti più interessanti, finendo per lasciare allo spettatore un racconto visibilmente piacevole ma incapace di avvolgere quanto il bellissimo romanzo a cui liberamente si ispira.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta