Un vitale ed ingombrante cagnone domestico, Buck, di proprietà di un facoltoso giudice che ne sopporta amorevolmente le gesta e gli atteggiamenti simpaticamente molesti, viene sottratto ai suoi padroni da una banda di ladri che lo rivendono ad un trasportatore di merci via slitta in Alaska.
Buck dimostra in più occasioni la sua indole di capo branco, e ben si adatta alle difficili situazioni rese impervie da un clima proibitivo tipico di quelle zone nordiche.
Finirà poi gravemente ferito, tra le braccia di un apparentemente ruvido anziano cacciatore d'oro di nome John Thornton, che si trasformerà nel suo inseparabile padrone, in un contesto di vita duro ma ideale per un cane come Buck, alle prese con un contesto dalla forte personalità in grado di plasmarlo e renderlo avvezzo ad una esistenza per altri impossibile.
Dal celebre classico di Jack London incentrato sul dinamico e splendido cagnone Buck, Il richiamo della foresta, diretto da un Chris Sanders esperto in animazione e qui al suo primo "ibrido" in live action, torna alla ribalta cinematografica con una versione che non si fa alcuno scrupolo di utilizzare completamente il digitale per dare forma e vita al celebre animale, rifuggendo il ricorso, anche solo di sfuggita, a veri animali sofisticati.
Al di là della perfezione della resa tecnica, resa possibile grazie al ricorso ad uno stuntmen già artefice de lo Hobbit, coadiuvato dalle ormai perfette tecniche di motion capture oggi di nostro pieno appannaggio, l'operazione, nonostante l'estrema accuratezza dei suoi particolari, scenografici e di fattura, sfugge completamente di mano quando non ci si fa scrupolo di umanizzare oltre ogni soglia lecita l'espressività del cane protagonista, rendendolo protagonista di situazioni di per sé altamente accattivanti, ma completamente snaturate, in cui al cane viene fatta assumere una espressività umana completamente fuori luogo, innaturale e bislacca, di fatto inaccettabile, in grado di compromettere tutta un'operazione tecnicamente impeccabile, all'interno della quale volti noti e apprezzati come Harrison Ford o Omar Sy, pur di mero contorno, appaiono utili alla dinamica di un film commerciale dall'alto appeal ed innegabile richiamo.
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