Trama
Un cane addomesticato di nome Buck viene rubato dalla sua casa di Santa Clara, in California, e venduto a dei trasportatori di merci nello Yukon. Si ritroverà così a dover sopravvivere nella natura selvaggia e fredda dell'Alaska.
Approfondimento
IL RICHIAMO DELLA FORESTA: DAL CLASSICO DI JACK LONDON
Diretto da Chris Sanders e sceneggiato da Michael Green, Il richiamo della foresta racconta la storia di Buck, un cane la cui vita felice viene completamente stravolta quando è rapito dalla sua casa in California e portato nella natura selvaggia e per lui aliena dell'Alaska, in piena corsa all'oro. Messo in un branco di cani da slitta, è costretto a rivedere le sue priorità e a cercare di affermarsi ma, rifiutando un ordine pericoloso, viene lasciato gravemente ferito. Fortunatamente, John Thornton lo trova, lo raccoglie e si prende cura di lui. In breve tempo, i due diventano amici inseparabili e per Buck ha inizio la più grande avventura della sua vita, quella che gli permetterà di capire qual è il suo vero posto nel mondo.
Con la direzione della fotografia di Janusz Kaminski, le scenografie di Stefan Dechant, i costumi di Kate Hawley e le musiche di John Powell, Il richiamo della foresta si basa sull'omonimo romanzo di Jack London, un classico della letteratura americana pubblicato per la prima volta nel 1903 (dapprima a puntate sul Saturday Evening Post) e tradotto in ben 47 lingue. Continuamente ristampato, il romanzo è stato già trasposto diverse volte per il grande schermo (una prima versione cinematografica risale già al 1908 mentre una delle più conosciute, sebbene poco riuscita, rimane quella realizzata da Ken Annakin nel 1972 con Charlton Heston protagonista). A spiegare le ragioni di un nuovo adattamento di quello che è un successo senza tempo è lo sceneggiatore Green: "Non è un caso che Il richiamo della foresta sia uno dei più grandi classici della letteratura americana. Il romanzo ha diversi livelli di lettura e riesce a toccare il cuore di persone molto diverse tra loro. Al suo interno ha una grande avventura che si insinua nel solco tracciato dai lavori Robert Louis Stevenson e racconta di luoghi del Nord America di cui nessuno aveva quasi mai sentito parlare prima: nella migliore delle ipotesi, la gente aveva visto delle fotografia della mitica Alaska e della corsa all'oro nel Klondike. Sebbene ci fosse grande attenzione per l'argomento, i giornali dell'epoca non erano ancora riusciti a stampare storie o racconti che rispondevano alle esigenze dei lettori, desiderosi di vivere anche solo sulla carta stampata l'ebbrezza della corsa all'oro".
"In molti - ha continuato Green - non sapevano quale ruolo giocassero i cani in Alaska e quanto fossero importanti. London ha avuto il merito di raccontare attraverso le vicende di un cane quanto difficili e terribili fossero le reali condizioni che si vivevano a due passi dal Polo Nord. La sua è una storia di formazione che ha permesso e che permette tuttora di comprendere a quali esperienze non sempre belle si va incontro prima di realizzarsi e di trovare la propria strada. Nella mia sceneggiatura ho cercato di non perdere di vista i temi universali trattati da London: la perdita di qualcosa o qualcuno, l'elaborazione della stessa, il valore della casa e lo sradicamento dalle proprie radici. Il viaggio di Buck altro non è che una metafora per il cammino percorso da tutti noi per diventare sempre più forti e trovare la migliore versione di noi stessi. Nonostante le diverse trasposizioni cinematografiche, nessun film ha saputo mai rendere lo spirito del romanzo dall'inizio alla fine: io ci ho provato scegliendo come prospettiva quella dello stesso Buck".
Il cast
A dirigere Il richiamo della foresta è Chris Sanders, regista e sceneggiatore statunitense. Nato in Colorado nel 1962 in una famiglia di artisti, è cresciuto disegnando piccole storie a fumetti e lavorando come vignettista presso il giornale del liceo Arvada da lui frequentato. Aderendo al Calrts' Animation… Vedi tutto
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Commenti (6) vedi tutti
Non ho nulla contro la CGI però il fascino di questi film tradizionalmente era anche dovuto al fatto che, ad esempio, gli animali fossero veri - e pure il Wild per una bella fetta. Con la CGI per me perdono un po' di senso, di interesse, di attrattiva, di 'potere immedesimante' - almeno per quanto riguarda il rapporto uomo-cane. 3*
commento di Karl78Non avevo grandi aspettative per questo film. Ma sinceramente l'ho trovato comunque banale e anche un po' noioso. Non avendo letto il libro non so se sia, come dicono in molti, una versione troppo edulcorata. Rimane comunque una visione priva di carisma che punta verso un target troppo basso, pur con un soggetto potenzialmente appetibile da tutti.
commento di HaloahaloaSicuramente nessun animale vero è stato maltrattato... Abbastanza ben fatti in CGI, ma si capisce immediatamente l'inganno. Le belve sono dotati di un'espressività eccessivamente umana tanto da falsare completamente le dinamiche. Ben confezionato, ma preferisco animali veri. 6
commento di BradyRacconto di avventura per tutta la famiglia indirizzato che celebra la bellezza della natura e della libertà. Buon ritmo, stupendi i paesaggi incontaminati e ben realizzato il cagnone protagonista, particolarmente espressivo. Harrison Ford nel ruolo del burbero dal cuore buono fa sempre la sua degna figura e alla fine ci si commuove un po'.
commento di Fanny SallyDiscreto film per ragazzi in cui prima Omar Sy e poi Harrison Ford fanno staffetta nel ruolo di "padroni" del cane Buck, anche se ci si ricorda molto di più del secondo perché funge da narratore degli eventi. Un vero peccato che il Buck di questa trasposizione del romanzo di Jack London sia stato creato in CGI,
leggi la recensione completa di Marco PoggiInteressante riunione in sala di cinefili e cinofili che fanno convergere amori primari per il cinema e per i cani. Il film è commovente, ben fatto e imperdibile per chi condivide questo amore folle per il miglior amico dell'uomo e per i fratelli Lumiere.
leggi la recensione completa di gaiart