Regia di Quentin Dupieux vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2019 - QUINZAINE DES RÉALISATEURS Si fa presto a dire "scamosciato". Il quarantacinquenne Georges utilizza tutti i pochi risparmi accumulati fino a quel momento, per coronare quello che, più che un sogno, si rivela una ossessione: indossare solo e sempre, una giacca scamosciata di quelle stile moicano, con frange, tipo quella dello "zio Zeb" ne La conquista del West, per intenderci.
Gli costerà migliaia di euro presso un anziano truffatore contattato via rete, ma gli renderà estrema soddisfazione, facendogli maturare altresì una patologia di repulsione non solo contro tutti gli altri tipo di giacche e giacconi comunemente utiluzzati, ma altresì verso chi li indossa. Si improviserà regista di se stesso e delle sue folli e sanguinose azioni rivendicative, che lo renderanno un efferato folle giustiziere contro quello che ormai considera una oiaga, un dilagante malcostume che il nostro uomo si adopererà con tutti i mezzi (ma col metodo dell'arma bianca) a debellare.
L'aiuto di una giovane bella ragazza che intende improvvisarsi come produttrice, tanto appare entusiasta del lavoro del nostro, non farà che rendere più determinata l'azione del nostro folle uomo in tenuta di pelle beige. Da un regista folle e spassoso, incontenibile e bizzarro come Quentin Dupieux non ci si poteva aspettare molto di meno della esilarante serie di follie compulsive che vediamo sprigionarsi dall'agire inconsulto, ma non immotivato, del nostro straripante Jean Dujardin, una scelta a dir poco perfetta, al pari di quella di assegnare ad Adele Haenel quella della sua giovane collaboratrice.
Dupieux filma con stile ricercatamente povero, girando attorno alla macchietta e alla gag per centrarla appieno fino a stordire, anche di risate nervose, lo spettatore spesso spiazzato anche se ha imparato a conoscere il suo mondo assurdo, violento, umorale e schiavo di reazioni spesso smodate o incontrollate. Le Daim è dunque un nuovo, riuscito capitolo pe l'autore, intento ad immortalare una lunga serie di deliri che spesso, come in questo caso, sconfinano nell'horror che può celarsi a volte anche nella pacata assurdità del vivere quotidiano.
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