Trama
Rio de Janeiro, anni Cinquanta. La storia della vita di Guida ed Euridice Gusmão, cresciute per essere invisibili agli occhi della società brasiliana in un periodo che non riservava spazio e attenzione alle donne.
Approfondimento
LA VITA INVISIBILE DI EURIDICE GUSMAO: ESSERE DONNA IN UN MONDO MASCHILISTA
Diretto da Karim Aïnouz e sceneggiato da Murilo Hauser (con il supporto di Aïnouz e di Inés Bortagaray), La vita invisibile di Euridice Gusmão racconta la storia di Euridice, una giovane di diciotto anni, e di Guida, una ventenne, che nella Rio de Janeiro del 1950 sono due sorelle inseparabili. Le due vivono con i genitori e sognano un futuro roseo: una desidera una carriera da pianista mentre l'altra agogna un grande amore. A causa del padre, le sorelle saranno presto costrette a costruire le loro esistenze separate. Divise, si prenderanno cura del loro destino ma non rinunceranno mai all'idea di ritrovarsi un giorno.
Con la direzione della fotografia di Hélène Louvart, le scenografie di Rodrigo Martirena, i costumi di Marina Franco e le musiche di Benedikt Schiefer, La vita invisibile di Euridice Gusmão è stato così presentato dal regista in occasione della partecipazione al Festival di Cannes 2019 nella sezione Un certain régard: "La vita invisibile di Euridice Gusmão si ispira all'omonimo romanzo di Martha Batalha, pubblicato nel 2015. Si tratta di un libro che mi ha profondamente commosso quando l'ho letto, poco dopo la perdita di mia madre. Mi ha riportato alla mente alcuni dei più bei ricordi della mia stessa vita. Sono cresciuto nel nord est brasiliano, una regione particolarmente conservatrice, negli anni Sessanta in una famiglia composta per lo più da donne, una sorta di anomalia in un contesto molto maschilista. Gli uomini della mia famiglia erano spesso partiti o assenti. In mezzo a una cultura profondamente misogina, sono stato molto fortunato a crescere in una famiglia in cui le donne erano al centro e gestivano tutto".
"Ciò che mi ha spinto ad adattare il lavoro della Batalha - ha proseguito il regista - è stato il desiderio di rendere visibili le tante vite invisibili del Brasile, vite come quelle di mia madre, di mia nonna, delle mie zie e di tante altre donne di quel tempo. Le loro vicende non sono state abbastanza raccontate dalla letteratura, dalla Storia o dal cinema. Qual'era la reazione di una donna degli anni Cinquanta quando aveva il suo primo rapporto sessuale con suo marito? Come si faceva a non rimanere incinta prima che arrivassero i metodi contraccettivi? Come avrebbe potuto una madre single crescere un figlio in un ambiente che l'avrebbe esclusa da ogni cosa? Non è possibile prendere queste domande alla leggera. Il romanzo ha avuto un successo incredibile perché si è avvicinato alle varie questioni con delicatezza e in maniera intima. Mio compito era quello di trovare la giusta chiave di lettura. La vita invisibile di Euridice Gusmão è un melodramma a tutti gli effetti, anche se oggi la nozione di melodramma è stata banalizzata dalle telenovelas, genere televisivo che quotidianamente è visto da milioni di spettatori in tutto il mondo. Volevo con il mio film rendere omaggio al melodramma e usare la sua estetica per disegnare una critica sociale della nostra epoca: volevo mettere in scena una storia in grado di far luce su un capitolo invisibile della storia delle donne".
"Ero determinato a raccontare una storia di solidarietà", ha concluso Aïnouz. "La mia è una storia che sottolinea quanto le donne siano più forti insieme invece che isolate, indipendentemente dalle loro differenze. Ho immaginato il film pieno di colori saturi e girato con la telecamera attaccata alle protagoniste, per restituirne vibrazione ed energia. Ne è venuto fuori un'opera intrisa di sensualità, musica, dramma, lacrime, sudore e mascara, ma anche di crudeltà, violenza e sesso... un lungometraggio che non ha mai paura di risultare sentimentale o eccessivo e il cui cuore batte all'unisono con quello delle mie due amate protagoniste, Guida ed Euridice".
Il cast
A dirigere La vita invisibile di Euridice Gusmão è Karim Aïnouz, regista, sceneggiatore e artista visivo brasiliano. Nato nel 1966 a Fortaleza, ha trovato il successo già con il primo lungometraggio, Madame Satã, selezionato dal Festival di Cannes per la sezione Un certain regard. Sono seguiti negli anni Love… Vedi tutto
Trailer
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- Premio Un Certain Regard al Festival di Cannes 2019
Commenti (11) vedi tutti
Ottimo. Voto 8.
commento di PacxiottoPolpettone cinematografico sul sesso, sui bacchettoni del sesso, e sul maschilismo.
commento di gruvierazun bel melo' brasiliano,solo un tantino lunghetto....ma valido e imperdibile.
commento di ezioUn melodramma che rende bene la vita del tempo, il caldo opprimente, la forza dei sentimenti, la violenza degli stessi.
leggi la recensione completa di tobanisEuridice e Guida vivono vicine senza sapere di esserlo, si pensano in ogni istante senza immaginare che il mondo che le ruota intorno trama per renderle invisibili l'una all'altra. Rimane l'amore reciproco, che da solo non può risollevare vite in disarmo. Un bel film che nel finale vede la partecipazione della grande Fernanda Montenegro.
commento di Peppe ComuneOpera altamente suggestiva, premio Un Certain Regard 2019 a Cannes, accolto con favore (e qualche malumore, inevitabile) anche dalla critica . Da vedere.
leggi la recensione completa di laulillaUn melodramma emotivo su un legame di sorellanza indissolubile e uno sguardo partecipato sull'ingrato ruolo della donna in una società tradizionalista e soffocante come il Brasile degli anni 50, che si solleva sopra ben al di sopra della media del genere grazie alla maestria della regia e alla cura nella ricerca estetica e formale.
leggi la recensione completa di port crosSplendido. Altro che i filmetti di Venezia 76 con le loro battutine ironiche public-oriented
commento di Marsil_ClaritzLa vita invisibile di Guida e Euridice
leggi la recensione completa di ManuelaZarattiniUn polpettone con ambizioni alte ma dalla riuscita molto dubbia
leggi la recensione completa di PadremaronnoDiretto da Karim Aïnouz e sceneggiato da Murilio Hauser, La vita invisibile di Euridice Gusmão racconta la storia di due sfortunate sorelle. Euridice ha diciott’anni, suona il piano e vuole una carriera di pianista, mentre Guida di venti accarezza un sogno romantico di un grande amore. Ambientato nella Rio de Janeiro del 1950, città che rimane solo
leggi la recensione completa di gaiart