Regia di Amin Sidi-Boumedine vedi scheda film
TFF 37 - FESTA MOBILE - SEMAINE DE LA CRITIQUE/CANNES 2019
Abou Leila è un terrorista la cui ultima azione ci viene anticipata nella scena iniziale di un agguato mortale.
Due poliziotti di passaggio intervengono, ma l'assassino riesce a fuggire.
I due si mettono ad inseguirlo, e finiscono nel mezzo del deserto, in balia ognuno della propria nevrosi, ed in un caso della propria crescente follia che disegna in quei luoghi magici e pericolosi senza un orizzonte, strane situazioni al limite del fantastico.
Siamo in Algeria a metà anni '90, in un paese devastato da una guerra civile in cui vige la giustizia fai da te e le persone girano armate e pronte a reagire. Questo Abou Leila, opera prima del regista francese di origini algerine Amin Sidi-Boumédiéne, incentrando la scena su connotazioni geo-politiche ben precise, costruisce un suo thriller che prende forma attraverso un viaggio che si esprime in chilometri di percorso tra l'affascinante ed assolato deserto, ma anche in immaginazione e sogno.
Un road movie in cui la fantasia deviata di uno dei due si confonde con le leggende del luogo che tornano in vita come veri e propri miraggi, a colorare e dare giustificazione alle paure e all'angoscia che attanaglia quasi allo stesso modo, inseguitori e ricercato.
Con uno stile che guarda al thriller sofisticato ed efferato alla David Ficher, senza tuttavia lasciarsi traviare troppo dalle regole del cinema di genere o tantomeno da quello spiccatamente commerciale, il film non si preoccupa più di tanto di sgombrare i molti dubbi e le incognite che semina nello spettatore avvinto ed ammaliato dalla efficace resa scenica della costruzione, conducendolo lungo il suo cammino impolverato dai tempi veloci dell'inseguimento, e scandisce la sua storia fondendo il contesto storico-politico di un paese in via di ebollizione, con i misteri insiti nella storia del luogo e nelle leggende che si dimostrano spesso più vere e materiali di quanto la loro suggestiva improbabilità potrebbe suggerire.
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