Regia di Josh Lobo vedi scheda film
Esordio in regia probabilmente ispirato da un episodio della mitica serie televisiva Ai confini della realtà. Poco attraente per via di una brutta fotografia (con scene pressoché oscurate) e una trama più adatta ad un cortometraggio.
A Natale Steve (Scott Poythress) riceve l'inattesa visita del fratello Matt (AJ Bowen), in compagnia della moglie Karen (Susan Burke). L'accoglienza non è delle migliori ma nonostante lo strano comportamento di Steve la coppia decide di rimanere. L'atteggiamento di Steve è presto motivato: in cantina, dietro una porta sbarrata, tiene segregato un uomo che implora di uscire. Vincendo l'iniziale tentativo di chiamare la polizia, lentamente Matt e Karen si lasciano influenzare dalle deliranti dichiarazioni di Steve: dietro quella porta, prigioniero, non c'è un essere umano, ma il diavolo in persona.
Alla faccia della semplicità. Come e perché Steve abbia catturato nientemeno che il diavolo è un elemento lasciato alla fantasia dello spettatore. Come quasi tutto il girato, ambientato in un appartamento che ad un certo punto, causa un guasto che priva di elettricità la casa, è al buio più totale. Un utente di imdb, giustamente ha notato che il qui esordiente sceneggiatore -e regista- Josh Lobo sembra essersi ispirato, nemmeno poco, all'episodio n. 5 della seconda stagione di Ai confini della realtà, del quale riporto, a seguire, il commento scritto su Film TV in data 11/12/2017.
Ululati nella notte.
"Durante un violento fortunale Ellington trova riparo in un eremo, all'interno del quale fratello Jerome (John Carradine), capo della congrega religiosa, si comporta in maniera strana, mantenendo un uomo imprigionato (nottetempo ulula!) con la motivazione che si tratterebbe nientemeno del Diavolo.
Episodio piuttosto insolito (la storia è infatti opera di Charles Beaumont, che si ispira ad una sua stessa novella) che accarezza il genere horror soprattutto nell'incipit e nell'affascinante chiusura, nella quale viene mostrata una trasformazione -in movimento- ancora oggi da applauso. Da segnalare la presenza del veterano interprete (in seguito di scadenti horror) John Carradine, qui nel ruolo di barbuto eremita."
In effetti i punti di contatto ci sono tutti. Con una differenza non di poco conto: l'episodio citato durava 25 minuti. Il film di Lobo supera gli 80, duranti i quali ci si domanda come sia stato possibile sprecare un budget stimato in circa 1.000.000 di dollari per girare un film così insensato e per nulla spettacolare. Si salvano gli attori, tutti e tre molto partecipativi, e un paio di momeni riusciti quando il "misterioso" prigioniero invoca di uscire, usando un timbro vocale davvero inquietante. Pure il finale, in tono con l'operazione, è più che deludente. L'apertura della porta, momento attesissimo dopo tanta noia, cela un segreto che potrebbe indurre alla risata (ovviamente involontaria). Noto anche con l'improprio titolo di A man in the dark, è dedicato al produttore esecutivo Peter Kibbee, evidentemente deceduto prima della distribuzione del film avvenuta in aprile del 2019 in USA e due mesi dopo in Corea. Trattandosi di un prodotto IFC Midnight, sono alte le probabilità che arriverà in home video e streaming anche da noi.
"Qui il diavolo lotta con Dio, e il campo di battaglia è il cuore degli uomini." (Fëdor Dostoevskij)
F.P. 27/08/2019 - Versione visionata in lingua inglese (durata 83'49")
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