Regia di Emir Kusturica vedi scheda film
Commedia dramma e introspezione si intrecciano dando vita ad un film sulla difficoltà di crescere che si compone di diverse sequenze oniriche di indefinita interpretazione e di momenti di metacinema. Suggestivi i monologhi interiori del protagonista, la colonna sonora ben si adatta alle scene, ben diretti gli attori, ma il ritmo è lento e certe scene non riescono a comunicare molto a causa anche del montaggio straniante, spezzettato che dà l'impressione manchi qualcosa. Probabilmente è solo lo stile del regista a risultare poco immediato per i non cultori.
Una menzione va rivolta alla brava Lili Taylor che presta il volto al personaggio più riuscito, Grace, una donna infantile, instabile, dispettosa e profondamente infelice.
Axel un ragazzo poco più che vent'enne (Depp) che ha perso entrambi i genitori, viene adottato dallo zio che vuole farne il suo erede nella sua concessionaria di automobili. Lì incontra un'affascinante cinquantenne Elaine (Dunaway) della quale si innamora e per la quale abbandona i suoi progetti lavorativi.
La donna ha una figliastra Grace (Taylor) con problemi caratteriali che nutre per lei una profonda gelosia mista ad uno strano affetto, e che si invaghisce anch'essa di Axel. Da questo triangolo inizialmente comico, per le bizzarrie delle due donne e l'incapacità del giovane di comprendere realmente la sua posizione di conteso, sfocerà una tragedia.
è un regista particolare: o piace o non piace.
A suo agio anche nell'interpretare un personaggio impacciato, irrisolto, immaturo che si rifugia negli insegnamenti del padre e nelle sue fantasie.
Non è memorabile.
Affascinante e convincente.
Abile.
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