Regia di Chad Archibald vedi scheda film
Film dalle forti connotazioni drammatiche, immerso in un clima di palpabile precarietà della vita. I protagonisti -padre e figlia costretti a condividere il tetto con i cadaveri- nascondono dietro l'apparente situazione macabra, un cuore enorme ed un animo nobile, costretto a scendere in compromessi con le avversità della vita.
Il fattore William (Aidan Devine), rimasto prematuramente vedovo e con a carico la piccola figlia Gloria (Ava Preston), per una serie di coincidenze si è specializzato nel fare scomparire i corpi dei cadaveri. Conosciuto come "dolce macellaio", riceve commesse dalla malavita locale. Vittime che, per un motivo o per l'altro devono scomparire. L'ultima consegna è composta da due ragazzi e una ragazza. Controvoglia William si mette all'opera, dissezionando i corpi per poi scioglierli nell'acido. Quando arriva il turno di Jackie (Jess Salgueiro), tradita e sacrificata dal suo compagno per convenienza economica, William scopre con orrore che la donna è ancora viva.
Produttore, regista, sceneggiatore: il canadese Chad Archibald conosce i dietro le quinte del cinema in tutte le sue sfaccettature. E si vede. Questo riuscito horror, con forte venatura pulp che esplode in una sparatoria molto ben orchestrata, depista lo spettatore in più contesti riuscendo a non essere mai prevedibile e, pertanto, in grado di farsi seguire senza noia. L'incipit estremamente crudo con cadaveri sezionati e disciolti nell'acido, sembra annunciare derive splatter in stile Texas chainsaw massacre, magari perpetrate da un sadico malvagio e sanguinario. Ma dopo solo una ventina di minuti, il sorprendente Aidan Devine dà vita ad un personaggio dalla sfaccettature antitetiche, con predominanza di buoni sentimenti e una granitica responsabilità paterna.
I'll take your dead procede poi mostrando come la piccola Gloria, dodicenne circondata dalla morte, sia turbata da presenze spettrali che hanno le fattezze dei corpi distrutti dal padre. Metà horror, in parte noir, ma soprattutto dramma, il film procede senza sosta tra un colpo di scena e l'altro. Archibald ha buona padronanza del mezzo e può contare su un cast professionale, riuscendo così a completare un lavoro che -pur nascosto sotto sembianze di genere- approfondisce il legame tra padre e figlia, costretto a rinforzarsi via via che si presentano le più inattese avversità, spesso ben peggiori dei cadaveri di uomini o donne, violentemente strappati a questa "valle di lacrime". Morti che guardano con pietosa apprensione Aldiqua -pronti ad intervenire come angeli custodi- commiserando i vivi e soprattutto la vita quando impone tortuosi sentieri, dolorosi percorsi, penose condizioni esistenziali. Percorsi affrontati per poi raggiungere un unico ed inevitabile traguardo, strutturati in un beffardo viaggio circolare che ha per mèta la stessa, inevitabile, partenza.
"Mio padre era un uomo buono. Ha fatto cose cattive, ma le ha fatte per me." (Gloria)
"L'uomo emana un odore speciale: fra tutti gli animali, soltanto lui puzza di cadavere.“ (Emil Cioran)
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