Regia di Jan Komasa vedi scheda film
Uscendo dal riformatorio per buona condotta e diretto alla falegnameria del paese alla quale è stato assegnato per finire di scontare la pena, Daniel insegue ostinatamente la sua vocazione. Fingendosi prete, all'arrivo al villaggio si sosituisce al malato parroco ed inizia ad esercitare il culto. La comunità nella quale si ritrova, già sconvolta da precedenti tragedie, sarà nuovamente scossa dall'arrivo di questo predicatore dall'aria profetica, e la vita di Daniel non sarà più la stessa.
Farcito in abbondanza con certi sermoni a dir poco irresistibili per la loro profondità e per la loro imprevedibile saggezza (data la giovane età del non-sacerdote), con aggiunto il valore della prova di recitazione del protagonista a sua volta soprendente per la capacità espressiva e l'aspetto di per se stesso carismatico, questo ottimo film che, vista l'eccessiva, recente scorpacciata di "Parasite" , avrebbe senz'altro meritato il premio Oscar nella categoria dei film straneiri, si avvale anche di una sceneggiatura ricca e ben confezionata che si divide con destrezza tra quel passato e quella realtà ai quali Daniel non può sfuggire e un imprescindibile anelito alla redenzione personale e collettiva che trova nelle parole e nei gesti del Daniel-prete una concretezza spirituale di altissimo livello.
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