Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Arrivo buon ultimo a parlare di “Arancia meccanica” uno dei grandi capolavori della cinematografia di Kubrick (forse non il migliore in assoluto, ma sicuramente il più controverso e – probabilmente - anche il suo più celebre).
Fu candidato all’Oscar nel 1971 nonostante che l’accoglienza in America di questa pellicola fosse stata davvero poco conciliante a causa delle troppe scene brutali che conteneva (diversa era stata invece quella della critica europea che riconobbe subito la grandezza dell’impianto e la potenza del messaggio veicolato).
Il film è infatti un’allegoria politica di una società così violenta (ma organizzata) da superare per efferatezza gli atti di teppismo del disadattato Alex (il protagonista della storia) e questo non poteva che turbare i bigotti benpensanti americani.
Tratta da un romanzo (in parte autobiografico) di Anthony Burgess la pellicola è disseminata dai simboli dell’epoca che ne restituiscono un quadro spietato che non fa sconti a nessuno e diventa così una cartina di tornasole molto veritiera.
Le vicende narrate sono quelle di una banda di teppisti capitanata da Alex e si sviluppano mostrando le loro bravate sempre più spietate. La visione dunque è un vero e proprio pugno nello stomaco per lo spettatore, ma è accompagnata dalla forma smagliante a cui ci ha abituati questo grande regista compresi i virtuosi movimenti di macchina tipici di tutto il suo cinema. La bellezza delle immagini con i suoi colori, è poi davvero incomparabile così come il tappeto sonoro che spazia con disinvoltura dal leggiadro Rossini al cupo Beethoven.
Segnalo comunque che il film che è stato messo in distribuzione non è esattamente quello immaginato (e realizzato) da Kubrick perchè dopo le prime proiezioni pubbliche che ricevettero critiche molto forti, il regista fu costretto a rimontarlo per renderlo un po’ meno violento.
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