Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Quando lo finii di vedere pensai "tutto qui?". Mi aspettavo molto di più da un capolavoro indiscusso.
Poi, il film cominciò a sedimentare, quei modi di dire, quelle osservazioni, quelle scene che si fissano nell'inconscio senza emergere all'istante, come la violenza che pervade lo scrittore a cui i drughi violentano la moglie. Violenza onnipresente come il tratto distintivo dell'essere uomo e che viene imbrigliata dalla società con scarso successo. E poi il Gulliver, il voltafaccia dei drughi ad Alex ed il loro conformarsi al sistema mantenendo inalterata la loro natura violenta. Tutto è ancora vivo dopo anni dalla visione.
Insomma, un'opinione di getto mi avrebbe visto stroncare questo film ma sono qui, come tutti, a tesserne le lodi. Definirlo capolavoro è giusto, se non altro per l'enorme impatto che ha avuto su più livelli (cinematografico prima di tutto, emotivo ed emozionale anche) e per le lezioni di tecnica (Kubrick) e professionalità (Malcolm McDowell pare riportò una lesione della retina per girare l'immagine più famosa del film) che sono rimaste lì nonostante il passare degli anni.
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