Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Senza troppe circonlocuzioni dichiaro questo film uno dei più grandi esponenti della settima arte che grazie alla mano esperta di un grande cineasta, alla recitazioni di tutti i personaggi, ai temi trattati che all'epoca destarono un grande scalpore ed alla superba colonna sonora merita tutta la fama che lo ha accompagnato nei suoi ormai 37 anni e che sempre l'accompagnerà, diventando il film iconografico più famoso.
Un grandissimo manifesto contro la violenza, il potere del governo in grado di manipolare le menti dei giovani, una rivelazione di come gli uomini siano totalmente assetati di vendetta; un film-rivelatore ambientato in futuro prossimissimo (per l'epoca) accusando la violenza della nostra società, avendo totalmente ragione.
L'arancia meccanica del titolo è la cura che i medici sottopongono ad Alex secondo la cura Ludovico, ma può essere anche significato di innaturalità dato che Alex quando esce dall'ospedale è totalmente indifeso, non ha più una personalità visto l'assenza del suo libero arbitrio ed è cosi diventato qualcosa come una tigre senza zanne, qualcosa che non esiste in natura come un'arancia meccanica.
Il titolo originale invece (a clockwork orange) che significa un'arancia ad orologeria s'intende un frutto della società (Alex-arancia) pronto a scoppiare.
Attori imedesimatissimi, grande prova per Malcolm McDowell che rimarrà attacato al personaggio per lungo tempo, scene al limite della sopportabilità ma totalmente significative se ne si coglie il significato, girato magistralmente in modo da farci gustare lo spettacolo nel migliore dei modi immedesimandoci totalmente nel film, il precursore di tutti i film che verranno dopo, di tutti i generi visto che il film stesso è una fusione di generi, come del resto tutti i film di kubrickiana memoria.
Da notare la sempre presente ironia di Stanley come lo stupro con di sottofondo la canzone Singin' In The Rain, il violento ragazzo che ama la musica classica.
La visionarità di Kubrick non può che farci impressione di quanto sia diretta e premonitrice tanto che gli valse il soprannome di "terzo occhio di Dio", un grande genio del cinema che rimarrà commemorato per gli anni avvenire.
Il più ricordato, il più criticato, il mai eguagliato.
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