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Arancia meccanica

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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JOHN MATRIX

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La recensione su Arancia meccanica

di JOHN MATRIX
8 stelle

Alex (Malcom McDowell) è un giovane allucinato a capo di una banda di teppisti provocatoriamente vestiti a metà tra il look militaresco (una divisa bianca che, di questi tempi, ci fa pensare alle “tute bianche” anti G-8!) e quello borghese e tipicamente britannico (una bombetta “da City”). I quattro ragazzacci si riforniscono di un intruglio che chiamano “latte +” (cioè latte addizionato di qualche droga allucinogena) e partono per affrontare la notte. Missione: seminare violenza, ovunque, senza la minima scelta a priori di un obbiettivo. Nessuna distinzione di classe: a finire sotto i bastoni dei Drughi ci sono barboni indifesi, ricchi borghesi che vivono in ville piene zeppe di opere d’arte e via dicendo. La banda è inseguita dalla polizia e un bel giorno Alex finisce nelle sue mani: siamo in un futuro prossimo ed imprecisato, dove è possibili attuare operazioni di lavaggio del cervello. Alex viene così sottoposto, per sua stessa richiesta, ad una “cura” particolare (la “cura Ludovico”, nella quale dovrà assistere per ore e ore a immagini di orrore e violenza) per essere rieducato. Tornato nella società, una società molto più violenta e cinica di quanto non fosse lui un tempo, Alex finirà vittima di essa e dei suoi stessi ex compagni, nel frattempo diventati poliziotti, quindi tutori di una violenza, come dire, legalizzata.

Commento:

Quando uscì, agli albori degli anni settanta, Arancia meccanica fu un pugno nello stomaco, uno schiaffo ai rigori della censura, ma, soprattutto, un incubo premonitorio della violenza che avrebbe attraversato un decennio convulso e cupo. Nelle inquietanti gesta di Alex e dei suoi Drughi, in quel delirio nichilistico che inseguiva la violenza come rito pagano, cominciavano a distendersi le ombre di un’epoca. Epoca che avrebbe lasciato alle proprie spalle le speranze ed i sorrisi “floreali” della rivoluzione giovanile – culturale, musicale, hippy - per buttarsi con contorto entusiasmo nel cambiamento inseguito con i mezzi della violenza. Ancora oggi Arancia meccanica sa liberarsi con facilità dai legami estetici di quegli anni - indubbiamente presenti, e che fanno apparire qualche ruga sul capolavoro - per entusiasmare il pubblico e comunicare ad esso ammonimenti tuttora validi. Il ruolo di “Cassandra” svolto da questo film non è ancora esaurito, quindi, ed è per questo motivo che le giovani generazioni dovrebbero avvicinarvisi con grande attenzione.

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