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Trama

Shanghai, 1941. L'attrice Jean Yu lavora sotto copertura raccogliendo informazioni per gli Alleati mentre recita in una nuova rappresentazione diretta da un suo ex. Nessuno sa quale sia il suo vero scopo e, muovendosi in un clima di sospetti e apparenze, scopre il piano giapponese per attaccare Pearl Harbor. Comincia allora a porsi domande sulla necessità di condividere l'informazione.

Approfondimento

SATURDAY FICTION: IL SABATO CHE HA SEGNATO LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Diretto da Ye Lou e sceneggiato da Yingli Ma, Saturday Fiction racconta la storia di un'attrice cinese che fa ritorno a Shanghai, occupata dai Giapponesi da quattro anni, apparentemente per questioni legate al suo lavoro. Tutto ha inizio nel dicembre del 1941 in un periodo in cui la Cina, sin dall'occupazione giapponese, è è terreno di una guerra di intelligence tra gli Alleati e le potenze dell'Asse. La celebre attrice Jean Yu ritorna a Shanghai, apparentemente per recitare in Saturday Fiction, diretta dal suo ex amante. Ma qual è il suo vero scopo? Liberare l'ex marito? Carpire informazioni segrete per le forze alleate? Lavorare per il padre adottivo? O fuggire dalla guerra con il suo amato? Nel momento in cui intraprende la sua missione e diventa sempre più difficile distinguere gli amici dagli agenti sotto copertura, mentre tutto sembra sfuggire al controllo, Jean Yu inizia a chiedersi se rivelare ciò che ha scoperto sull'imminente attacco di Pearl Harbor. Jean non si fida del resto di nessuno: la sua stanza al Cathay Hotel è piena di gente ma le persone che affermano di esserle amiche, colleghi e ammiratori, le si avvicinano con propositi segreti.

Con la direzione della fotografia di Jian Zeng e le scenografie di Cheng Zhong, Saturday Fiction è una storia di intrighi che, sullo sfondo di una città in tempo di guerra, si trasforma in un gioco di ruolo la cui posta in gioco è vertiginosamente alta. Girato in bianco e nero, Saturday Fiction è stato così presentato dal regista in occasione della partecipazione in concorso al Festival di Venezia 2019: "Quando ero bambino, seguivo i miei genitori che lavoravano dietro le quinte del Teatro Lyceum di Shanghai. Lì ho trascorso molti momenti interessanti; mi mescolavo agli attori in costume e li osservavo recitare nei ruoli più disparati, mettere in scena l'amore e l'odio, le separazioni, la vita e la morte. Poi li vedevo uscire di scena e chiacchierare nei camerini. Li seguivo anche in quei momenti, quando lasciavano il teatro per ritornare alla vita reale, monotona e scialba. Fu un'esperienza fantastica vivere il passaggio continuo tra finzione e realtà. Molti anni più tardi, la lettura di La donna vestita di rugiada di Hong Ying (un romanzo sul periodo di "isola solitaria" di Shanghai) suscitò in me le stesse sensazioni. La prima settimana del dicembre 1941 cambiò la storia del mondo, sebbene le persone allora non lo sapessero. Inconsapevoli del loro futuro, vivevano la propria vita come sempre, calate nella routine quotidiana e inseguendo i propri obiettivi. Durante quel periodo, dentro e fuori dal teatro, sul palcoscenico e lontano dal palcoscenico, le persone si stavano lentamente avvicinando all'ignoto "sabato" che avrebbe segnato il loro destino. Questo film parla del destino di diverse persone negli anni di una complessa crisi mondiale. È anche un dialogo con la cosiddetta Scuola del "sabato", un’importante corrente nella storia della letteratura contemporanea cinese".

Il cast

A dirigere Saturday Fiction è Ye Lou, regista e sceneggiatore cinese. Nato nel 1965, è cresciuto a Shanghai, la città che nel 2000 ha firmato nel suo Suzhou River, una meditazione artistica sull'amore e sul ruolo della donna nella società cinese che gli è costato una pena di due anni di allontanamento dal set… Vedi tutto

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obyone di obyone
5 stelle

  Venezia 76. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica. Chi è veramente Yu Jin? Non crediate, non è una domanda retorica che si imprime sul foglio per introdurre il pezzo e parlare di "Saturday Fiction" con la dovuta enfasi. È, semmai, una questione legittima poiché l'unica cosa veramente limpida, sin dall'inizio, è la presenza di parecchi punti… leggi tutto

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Recensioni

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EightAndHalf di EightAndHalf
8 stelle

Esiste un fil rouge, fra i tanti che connettono i capolavori del presente con quelli del più recente passato. Un filo che parte forse da O Thiasos di Angelopoulos, Satantango di Béla Tarr, per finire dalle parti di Platform di Jia ZhangKe e Melancholia di Lav Diaz, e che viene fuori di tanto in tanto ad esprimersi, imprevedibile e forse inconsapevole, in grandi film più… leggi tutto

1 recensioni positive

2020
2020

Recensione

obyone di obyone
5 stelle

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2019
2019
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Foto
Nel mese di settembre questo film ha ricevuto 4 voti
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Venezia 76

obyone di obyone

E anche quest'anno è finita. Prima che i leoni vengano assegnati meglio spendere due parole e dare le proprie indicazioni sui film. Non è stata un'edizione esaltante, per quel che ho visto, ma la mia…

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Recensione

alan smithee di alan smithee
6 stelle

VENEZIA 76 - CONCORSO In una Shanghai contesa tra Cina e Giappone, nel 1941, poco prima dell'attacco nipponico alla base americana in mezzo al Pacifico di Pearl Harbour, seguiamo la realtà e la fiction nello scambiarsi più volte la staffetta della predominanza una sull'altra, attraverso le vicende intricate e complesse, che inducono l'attrice Jeau Yu, diva affermata dell'epoca, a…

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Recensione
Utile per 5 utenti

Recensione

EightAndHalf di EightAndHalf
8 stelle

Esiste un fil rouge, fra i tanti che connettono i capolavori del presente con quelli del più recente passato. Un filo che parte forse da O Thiasos di Angelopoulos, Satantango di Béla Tarr, per finire dalle parti di Platform di Jia ZhangKe e Melancholia di Lav Diaz, e che viene fuori di tanto in tanto ad esprimersi, imprevedibile e forse inconsapevole, in grandi film più…

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Venezia 2019: Giorno 8

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