Regia di Siamak Etemadi vedi scheda film
In un’Atene notturna (che ricorda la distruzione di Gerusalemme del settanta D.C.), come fossimo nei giorni della Settimana Santa cattolico/pasquale, una Madonna musulmana è alla disperata ricerca di suo figlio, un animo eletto condannato a morte da un mondo che, tolti i ladri e le prostitute, lo ha rigettato senza appello. Spostando i tasselli del Tempo, raffigurando l’Arcangelo Gabriele sotto le sembianze di un’ombra prima, e di un affettuoso cane pastore poi, Siamak Etemadi grida forte l’amore materno, lo assolutizza su tutte le cose, dà, al seno che allatta nei ricordi, mille volte più forza del padre ininfluente (al limite dell’inutile) che muore, forse è morto da sempre; mentre invece Babak, il figlio, è mai ritrovato, morto e risorto nello stesso istante, eterno nei suoi versi struggenti e, in qualche modo, salvifici.
Film maestoso.
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