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Mercy Black

Regia di Owen Egerton vedi scheda film

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La recensione su Mercy Black

di undying
3 stelle

Ennesima produzione Blumhouse inizialmente annunciata in distribuzione su Netflix, poi misteriosamente mai apparsa nel menù del canale di streaming (probabilmente titolo confuso con il quasi omonimo Mercy). Una brutta copia di Slender man e Babadook, che procede snobbando il genere horror in favore di un taglio pseudo artistico e melodrammatico.

 

locandina

Mercy Black (2019): locandina

 

Dopo quindici anni passati in un centro di recupero psicologico, Marina (Daniella Pineda) viene rilasciata per essere ospitata dalla sorella Alice (Elle LaMont), madre single che vive con il piccolo figlio Bryce (Miles Emmons). Da piccola Marina e Rebecca, in un oscuro rituale operato per aiutare i genitori ammalati, hanno tentato di uccidere la coetanea Lily, evocando Mercy Black. Sono passati gli anni, Marina tenta di dimenticare il passato, ma adesso è il piccolo Bryce che sembra avere visioni di Mercy Black. Una leggenda che sembra dunque, come confermato dalle testimonianze sul web, essere diventata realtà.

 

scena

Mercy Black (2019): scena

 

Terza regia (dopo Follow e Blood fest) opera di Owen Egerton, autore che -dietro supporto della Blumhouse- riprende la mitilogia dello Slender man e boogeymen affini. Qui perlomeno invece di adolescenti, a movimentare il girato, ci stanno protagonisti che dovrebbero essere più responsabili, essendo attorno ai trent'anni. A Egerton del genere horror non importa un fico secco, e si concentra su una serie di vicissitudini oggigiorno purtroppo comuni: una single divorziata con figlio a carico, un bambino costretto a credere alle favole, ovvero alle bugie degli adulti; il papà sarebbe lontano perchè lavora ad un progetto segreto della NASA, mentre la zia Marina è stata quindici anni in Inghilterra per studiare. Tristezze moderne, a cui la tecnologia (Internet) può -in parte- porre rimedio. E proprio sul potere della Rete, di influenzare e alimentare un mito, si basa  la sceneggiatura di Mercy Black. Un film che potrebbe anche essere gradito a chi ha apprezzato cose tipo Babadook, mentre per la maggior parte del pubblico può essere un ottimo espediente, alternativo, alle pillole o gocce prese per conciliare il sonno. Detto questo, di una trama che ha ben poco di interessante, due parole sulla confezione si possono anche spendere. Come solito, trattandosi di una produzione Blumhouse, la grafica e le interpretazioni sono sopra la media. Una buona fotografia e splendide location fanno da contorno al classico film privo di coerenza. Perchè la sensazione è quella di un prodotto confezionato da "genere" che il suo autore, spocchiosamente, rinnega sin quasi alla fine, quando -ormai troppo tardi- decide di imboccare la strada "fantastica", finendo però per sfiorare il ridicolo. Con un finale che non ci sta a dire nulla. Cioè in tema con il contenuto.

 

Miles Emmons, Daniella Pineda

Mercy Black (2019): Miles Emmons, Daniella Pineda

 

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