Regia di David Lynch vedi scheda film
Lynchano puro.
Lynch dà vita ad un noir assolutamente allucinato, irreale, affascinante e coinvolgente in cui le immagini e i suoni valgono di più del suo reale significato. E' un film in cui la realtà appare misteriosa, fugace, incomprensibile e trasfigurata. Strade perdute è un viaggio all'interno dell'animo umano in cui sogno, desiderio e realtà, ma soprattutto il tempo, si avvinghiano in una matassa assurda e inestricabile, dando vita ad uno spettacolo in cui nulla è certo, nulla è davvero reale, nulla si può toccare. Il jazzista Madison è probabilmente impotente, si teme tradito dalla moglie e sfoga le sue frustrazioni sul sax, ma, accusato di aver ucciso la moglie e arrestato, si sdoppia in un io ideale giovane, piacente e di successo con le donne e, in questo suo sogno esaltato, conquista una donna sexy che altro non è che una nuova versione di sua moglie. Ma lui chi è davvero o cos'è? E fin quando può fuggire alla realtà prima che essa bussi di nuovo alla porta? Qual è il confine tra realtà e immaginazione, tra i confini esterni e quelli interni alla mente umana?
Strade perdute è una triste e pessimista panoramica ricca di metafore sulla condizione umana e sulla sua impossibilità di realizzare i propri sogni, la propria felicità e le proprie aspirazioni, di un'umanità costretta così a rifugiarsi nei suoi oscuri meandri mentali, lì dove alberga l'incoffessabile follia.
E' un film dove le immagini, i colori, i dialoghi e i suoni vanno assorbiti senza pensare, in uno spettacolo che è puro Lynch al 120%.
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