Regia di David Lynch vedi scheda film
Preferisco ricordare le cose a modo mio: come le ricordo io, non necessariamente come sono avvenute.
Fred suona il sax tenore con forza mentre guarda la sua compagna Renee che sembra flirtare nella sala con Andy. A casa non sono giorni sereni, Fred è pensieroso e inoltre arrivano video-cassette tanto misteriose tanto minacciose. Quando succede l'increscioso episodio, Fred viene sbattuto in cella dove viene colto da emicranie lancinanti che sembrano spaccargli la testa e un giorno scompare, sostituito da un giovanotto, Phil, il meccanico con l'orecchio per i motori più sensibile della città....
Nella sua lunga e onorata carriera, Lynch ha abituato il pubblico ad uno stile narrativo innovativo che non sempre segue un flusso cronologico lineare e si dota visivamente di sequenze surreali spesso connotate da componenti angosciose e oniriche.
I pesanti tendaggi rossi, certe immagini volutamente crude, volti fantasmatici e creature deformi - in una fotografia fortemente sottoesposta in cui talora esplodono giochi di luce o di colore - fanno parte del mondo Lynchiano e prima o poi compaiono nelle scene a cui il publico assiste.
Ma ancora di più è importante l'analisi della mente umana da parte del Regista, che spesso diventa il tentativo di ritrarre il subconscio più profondo, nelle pieghe in cui vivono quei mostri che poi sono i nostri alter-ego che vorremmo debellare senza però riuscirvi.
La premessa era importante per accennare un (minimo) commento all'opera in oggetto.
Scrivere prosaicamente che Fred è uno psicotico schizofrenico dalle personalità multiple non avrebbe lo stesso impatto. Più complesso è costruire un plot che, all'interno di una storia così poco palpabile, usi drammaticamente le immagini, i suoni, le visioni (spesso allucinatorie) per disegnare un racconto che ammalia lo spettatore e lo tiene incollato alla poltrona fino alla fine.
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