Regia di David Lynch vedi scheda film
Lynch si diverte ad inquietare il suo pubblico, che si diverte a farsi inquietare da Lynch. La sostanza è tanta in Strade perdute, ma quanta è realmente necessaria? La struttura a spirale su cui si snoda la trama è affascinante, morbosa o semplicemente masturbatoria? Quando la chiave di lettura di un lavoro è volutamente occultata quasi fino all'inaccessibile, non si corre il rischio di sprofondare nel pretenzioso, nell'autocompiaciuto, nel giochetto ad effetto fine a sè stesso? Nel dubbio si possono per lo meno salvare la buona propensione all'atmosfera thriller, cupa e dalle forti venature kafkiane, e l'aggressiva colonna sonora (peraltro da segnalare le comparsate di Marylin Manson e Henry Rollins).
Un ometto spiritato filma una coppia borghese e recapita loro delle videocassette che li riprendono in atteggiamenti quotidiani. Un giorno arriva una videocassetta che ritrae il marito uccidere la moglie; l'uomo finisce immediatamente in galera, senza poter chiedere spiegazioni. Qualche tempo dopo in cella al suo posto viene ritrovato un meccanico scomparso. Liberato, il ragazzo torna alla sua vita; in officina conosce un cliente malavitoso e la sua appariscente bionda. Presto finisce per farsela con la bionda, ma il boss lo scopre e cerca di farlo eliminare. Invece sarà l'ometto spiritato a eliminare il boss. Ma anche stavolta i sospetti cadono sull'innocente perseguitato, cioè il meccanico.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta