Regia di Sam Mendes vedi scheda film
il film è espressivamente squilibrato mandando in fumo un progetto sincero e lodevole. 5/6 SBILANCIATO
Sam Mendes parte dai due war movies più influenti degli ultimi 30 anni: Salvate il Soldato Ryan (nel pedinamento realistico e drammatico del soldato) e La Sottile Linea Rossa (nell'uso anomalo delle star e nella ricerca di una poetica della Natura Vs Conflitto umano), decidendo di fare un film di 'regia'. E qui nascono i problemi, perchè la sceneggiatura viene messa in secondo piano privilegiando lo stile, incappando in cadute di credibilità imbarazzanti. Le battaglie vanno incredibilmente in 'pausa', i soldati girano liberi per il fronte come in una gita, civili compaiono e scompaiono nel nulla. L'azione dunque si blocca e riparte senza equilibrio, il racconto sfuma e se da una parte apprezziamo la confusione e il disorientamento dell'azione bellica vissuta in prima persona, percepiamo anche (e troppo) il caos espressivo. L'idea del super piano sequenza sterilizza le emozioni e circoscrive l'esperienza ad un classico videogames dove quello che non vedi in soggettiva, viene usato per amplificare l'immersione virtuale. Non si può continuare ad allargare il campo visivo per creare l'effetto sorpresa, perchè se no la vera protagonista è la mdp e non i personaggi, così i ruoli si confondono: è lo spettatore in trincea o i soldati? La soggettiva (ma qui non è neanche una soggettiva standard cinematografica perchè come nel gaming siamo noi stessi dentro l'azione!) è una delle inquadrature più delicate del cinema e bisogna saperla fare... Insomma un pasticcio autoriale che vampirizza un buon progetto (anche sincero se vogliamo) pensando con presunzione che il come possa sempre sopperire il cosa (per farlo o sei un pazzo totale oppure un genio...). Kubrick con una manciata di minuti in piano sequenza ha girato un capolavoro (Orizzonti di Gloria), Mendes in 2 ore di riprese identiche ha rotto solo le scatole...
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