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Le catene della colpa

Regia di Jacques Tourneur vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le catene della colpa

di emil
8 stelle

 

 

Passato.

Una donna , Kathie(Jane Greer ), deruba il proprio uomo di 40.000 dollari e come se non bastasse gli rifila pure una pallottola. Lui , Whit (K.Douglas) sopravvive ed incarica il detective privato Jeff Markam (R. Mitchum) di ritrovarla. Gli indizi portano ad Acapulco, dove, nel bar da Pablo, si consumano gli incontri fra i due , che diventano amanti.

 

"Ti giuro non ho sottratto i 40.000 dollari , mi credi ?" , chiede speranzosa lei. "Non mi importa più" , risponde lui baciandola.

 

Amore impossibile e fiabesco , vissuto sul filo del rasoio, fra appuntamenti non detti e l'ombra del boss che incombe e che poi alla fine si materializza come il peggior incubo. Toc toc, e Whit arriva ad Acapulco.

Che si fa? Si parte , via lontano, San Francisco, poi Los Angeles, con lo scagnozzo ed ex socio Fisher alle calcagna, che reclama la sua promessa parte di ricompensa. Il problema è convincerlo che i soldi non ci sono. E allora ci pensa lei, altra pallottola che parla da femmina.

 

 

Presente.

Jeff si è rifatto la vita e ora fa il benzinaio , ha un nuovo amore, la dolce Ann , ma il passato sembra bussare nuovamente alla porta ed ha il volto di Whit  , che chiede di saldare il conto , spalleggiato da un alleato insospettabile. Intricato dramma noir da seguire tutto d'un fiato, interpretato in maniera impagabile da un giovane Robert Mitchum; la sua presenza scenica è devastante , ricorda Marlon Brando e sovrasta ogni altro interprete ( vedetelo in lingua originale capirete come si mangia il pur in parte Kirk Douglas).

Il protagonista è sotto il fuoco incrociato di due amori , uno dei due però è meschino e letale; una storia ingannevole e doppiogiochista, dove esistono donne terribilmente ambigue ed altre invece pure ed immacolate come la neve. E poi l'esilio, la colpa, la solitudine. Tutti temi che il film tocca senza rigurgiti di retorica. Scavo psicologico terribilmente sfaccettato tra chiari/scuri dell'anima che tolgono ogni certezza morale. Il regista è abile nel conferire al film il cambio di marciaal momento giusto; la svolta arriva quando il protagonista crede di specchiarsi nella sua amante di un tempo, riconoscendosi però agli antipodi morali da lei.

 

"Non ti ho mai detto il mio vero nome perché speravo che non pronunciandolo lo avrei dimenticato".

 

Eh no Jeff, non basta. Il passato non lascia in pace, non c'è verso di sfuggirgli.

 

Mitchum ai massimi livelli in un noir amarissimo ed imperdibile.

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